(Teleborsa) - Più di 450 miliardi dollari sono evaporati dai mercati obbligazionari mondiali, ma per molti investitori sembra non esserci alcuna ragione particolare.

I rendimenti dei titoli governativi erano scesi a tal punto, che per dare loro un senso gli investitori avrebbero avuto bisogno di veder persistere la deflazione e le singole recessioni europee continuare nella loro presa mortale.

Per un po' questa è sembrata una possibilità reale, specialmente quando il petrolio è passato da oltre 100 dollari al barile a meno di 50 dollari, con aspettative di nuovi schiacciamenti verso i 30 dollari.

Questo non è accaduto e il petrolio è risalito, allo stesso tempo l’inflazione si è stabilizzata e la crescita economica europea sembra dare segni di risveglio.

Chi ha scatenato la speculazione, dimostratasi infondata, l’ha fatto giocando sull'eventualità che la Banca centrale europea potesse terminare prima del previsto il suo programma di riacquisto di obbligazioni.

In tale contesto, il mantenimento delle obbligazioni con rendimenti prossimi allo zero avrebbe avuto poco senso, causando il rilassamento di uno dei più affollati mercati del mondo.

Abbiamo individuato cinque motivi, con relative considerazioni, che hanno portato gli investitori a liberarsi delle obbligazioni governative, eccoli:

Bond

I Bonds sono diventati luogo preferito per trarre profitto dalla turbolenza dei mercati, innescata dal rapido crollo del greggio. Questo ha portato gli investitori a scommettere sulla fine del rischio inflazione. Ora che il prezzo del greggio sembra essersi stabilizzato e anche rimbalzato, la minaccia dalla nemesi principale degli investitori a reddito fisso si è rinnovata.

Inflazione

Il rimbalzo del petrolio può essere una buona ragione per non possedere obbligazioni, perché legate all’inflazione attraverso i rendimenti delle cedole. Poiché la maggior parte dei pagamenti di cedole obbligazionarie sono fissi, l'aumento dell'inflazione diminuisce il valore dei pagamenti futuri. Questo non era importante quando sembrava che il calo dei prezzi del petrolio potesse trascinare l'Europa e altre parti del mondo nella deflazione, spingendo le banche centrali a tagliare i tassi e la BCE a lanciare il suo programma di acquisto di obbligazioni.

Crescita europea

I primi segni di inflazione e di crescita economica in Europa sta generando maggior ottimismo. Dopo aver trascorso gli ultimi mesi dello scorso anno tagliando le previsioni per il 2015, gli economisti stanno alzando di nuovo stime. Le più recenti previsioni stimano una crescita per il 2015 di circa l’1,1%, ma ci sono già revisioni verso l’1,4%.

Portafogli

Troppi investitori avevano portafogli troppo pesanti in obbligazioni. Il report della Commodity Futures Trading Commission, mostra che il 2015 era iniziato con la più grande scommessa rialzista sui titoli di Stato degli Stati Uniti, degli ultimi sette anni. Dopo un trimestre, quindi a marzo, oltre la metà di quella posizione era già stata liquidata.

Rendimenti sotto zero

Tra gli acquisti della BCE e la minaccia di deflazione, i rendimenti in tutta Europa hanno assunto valori negativi, vale a dire che gli investitori sono stati essenzialmente costretti a pagare il privilegio di prestare i loro soldi. Questo ha creato un effetto domino sui mercati obbligazionari nel resto del mondo, in quanto gli investitori sono andati alla ricerca di migliori opportunità. Questa è stata la goccia che la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Da allora il rendimento medio è salito al livello più alto di quest'anno, mentre i rendimenti dei circa 2.000 miliardi dollari di obbligazioni in 12 paesi dell'eurozona indugiano ancora in prossimità dello zero.