(Teleborsa) - #iocambiolascuola con Anief non è solo un hashtag, ma la ferma decisione di cambiare il testo della riforma del Governo con il contributo di chi lavora nella scuola, per non lasciare l’ultima parola come al solito ai tribunali.
Secondo il sindacato della scuola le 100mila immissioni in ruolo non bastano per svuotare le GAE (graduatorie ad esaurimento) e le GM (graduatorie di merito) né tengono conto dei precari inseriti nelle graduatorie di istituto. Penalizzate le assunzioni su infanzia e primaria nonostante negli ultimi anni sia stato ridotto il tempo scuola su questo segmento con ripercussioni sui risultati di apprendimento dei nostri studenti. "Ecco perché vogliamo ritornare al 1990, alla riforma che ci aveva portato in vetta alle classifiche mondiali" spiega l'Anief.
Anche sul sostegno sarebbe antiquato difendere un organico non tarato sul numero degli alunni. E che dire dell’obbligo formativo previsto già nel 1999 e poi cancellato? Per l'Anief "sono scelte che, di certo, necessitano di organici ulteriori che abbiamo stimato in oltre 150.000 unità e, il bello è che i titolari ci sono tutti, perché la metà di essi è chiamato in supplenza fino al termine delle attività didattiche dalle graduatorie d’istituto ogni anno".
"Bisogna tutelare la carriere di precari e neo-assunti" ribadisce l'Anief "e continuare a utilizzare le graduatorie che valutano titoli ed esperienza nell’assegnazione delle supplenze lunghe ricoperte su titolare assente, senza impedire il diritto alla mobilità per esigenze di famiglia o professionale per chi è di ruolo".
“Arricchiremo gli emendamenti da presentare in Parlamento durante le audizioni, dopo un’attenta valutazione dell’impatto sul Disegno di legge recante “Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione con delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti”, e sulla bozza Anief già elaborata delle ulteriori proposte scaturite dalla consultazione on line”, ha affermato Marcello Pacifico Presidente Anief.