(Teleborsa) - Terminato l'incontro lampo tra il premier Matteo Renzi e i sindacati per discutere sul Jobs act.
Nella Sala Verde di Palazzo Chigi Renzi ha ricordato ai rappresentanti dei sindacati che "il Paese ha bisogno di fiducia", rilevando "sorprendenti punti d'intesa" tra le parti.
In merito all'abolizione parziale dell'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori, il governo ha illustrato ai sindacati una versione di tutela che prevede il reintegro solo per i casi discriminatori e disciplinari.
Si è parlato poi di una semplificazione delle forme contrattuali, che verranno significativamente ridotte, ma non si arriverà ad un contratto unico.
Oggetto di discussione anche il salario minimo, le politiche attive del lavoro con un'agenzia nazionale unica, la contrattazione decentrata, maternità e il nodo TFR - Trattamento di Fine Rapporto.
Il premier ha parlato di due miliardi di euro, nella legge di Stabilità, destinati al taglio delle tasse sul lavoro e di un miliardo di euro per la scuola.
Gli ammortizzatori sociali saranno finanziati nella legge di Stabilità per 1,5 miliardi di euro.
Il presidente del Consiglio ha poi cercato di ricucire lo strappo con la minoranza del PD, spiegando che nell'emendamento del governo al Jobs act saranno accolti anche i suggerimenti della minoranza del Pd, poiché sono "emendamenti condivisibili che mi sono stati suggeriti dal mio partito in particolare dalla parte che non sta con me".
L'ex sindaco di Firenze ha poi lanciato un appello: "è urgente salvare gli stabilimenti di Termini, Terni e Taranto. Sono le tre 'T' di cui bisogna subito occuparsi insieme".
Prossimo appuntamento il 27 ottobre, per approfondire i temi sul lavoro e sulla legge di Stabilità.