(Teleborsa) - Il Tar del Lazio ha bocciato la sperimentazione introdotta dall'amministrazione scolastica per favorire la cancellazione del quinto anno di corso del liceo.
Secondo i giudici amministrativi la riduzione di un anno della scuola superiore è "illegittima".
"Sulla cancellazione di un anno della scuola superiore - dichiara Marcello Pacifico, presidente ANIEF e segretario organizzativo Confedir - il nostro sindacato si è sempre espresso con motivi di ferma opposizione: quello di cancellare un anno di scuola non contiene infatti nessun presupposto pedagogico e didattico, se non la palese volontà di eliminare 40mila posti di lavoro e alleggerire, di conseguenza, la spesa pubblica a danno dell'utenza scolastica".
ANIEF, continua Pacifico, ha più volte spiegato che la riduzione dell'offerta formativa e del tempo scuola non farebbe che "acuire il problema degli abbandoni scolastici", con Sicilia, Campania, Calabria e Puglia dove vi sono aree con "il 45% di studenti che non arrivano al diploma".
Piuttosto che avventurarsi su percorsi impossibili e poco efficaci nel tentare di ridurre la dispersione scolastica, conclude il sindacalista, il Miur farebbe bene a combattere il crescente fenomeno degli oltre 700mila NEET tra 15 e 25 anni con due "mosse": introducendo l'"elevazione dell'obbligo formativo a 18 anni", collegare questa novità, già voluta nel 1999 dall'ex Ministro dell'Istruzione Luigi Berlinguer, con una "seria riforma dell'alternanza scuola-lavoro".