(Teleborsa) - A pochi giorni dall'inizio della scuola ed in vista dell'imminente presentazione della riforma, attesa il prossimo 3 settembre, i supplenti "precari" tornano ad appellarsi al Premier Matteo Renzi ed al Ministro dell'Istruzione Stefania Giannini, chiedendo di risolvere il grave problema del precariato: anche quest'anno resta scoperto almeno un posto su sette.
"Assumeteci" chiedono al Governo i supplenti con contratto a termine, nella speranza che la riforma possa finalmente dare una risposta alla "stabilizzazione" dei circa 100 mila docenti presenti nelle liste ad esaurimento.
A fare da portavoce all'ennesimo appello lanciato dai precari della scuola è un'insegnante di 36 anni, Paola Dell'Armi, reputata idonea al concorso del 1999 ed entrata in Graduatoria "ad esaurimento - dice - non perché si esauriranno, ma perché sei vecchio, perché muori o vai in pensione senza aver lavorato". Quest'anno, dopo 36 anni, è stata costretta a spostarsi da Roma a Firenze, per poter lavorare. La richiesta della docente è quindi solo una: "basta precariato".
Secondo il sindacato della scuola ANIEF, sono migliaia i supplenti della scuola che hanno iniziato la loro carriera negli anni '70 ed '80 e che, ad oggi, sono ancora in attesa dell'immissione in ruolo. Pur di aggirare le direttive europee - sottolinea il sindacato - lo Stato italiano ha tagliato più posti con i pensionamenti di quelli che ha creato con le ultime assunzioni (a fronte di 200 mila posti soppressi negli ultimi sei anni vi sono state 33 mila immissioni in ruolo), oltre ad aumentare le classi-pollaio, ridurre il tempo scuola e chiudere migliaia di istituti (circa 2mila nell'ultimo biennio).
"Siccome è fuori di dubbio che senza questi docenti la scuola morirebbe, perché ogni sette insegnanti di ruolo uno è precario, è giunto il momento di affrontare il problema alla radice", sottolinea ricorda Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir.