(Teleborsa) - Il settore dell'edilizia torna a lanciare un grido dall'allarme, dopo il quadro disastroso emerso qualche tempo fa dall'Osservatorio ANCE sul mercato immobiliare.
A dar voce alla tragedia di un intero settore, importantissimo per l'economia, è il Presidente dell'ANCE Paolo Buzzetti, che parla di 70 mila imprese chiuse e 58 miliardi di fatturato persi. "viene spontaneo chiedersi se non sia il caso di chiudere le nostre imprese con il minor danno possibile per i dipendenti", ha affermato ironicamente Buzzetti, ricordando che, oltre alla crisi economica, il settore ha subito gli effetti della "forte restrizione del credito" (116 miliardi in meno).
A pesare hanno poi contribuito le politiche della spending review, che si sono tradotte in un taglio delle risorse per le infrastrutture del 66%, a fronte di un aumento delle spese correnti di 12 miliardi.
Il numero uno dell'ANCE ha dunque invocato la sigla di un patto forte fra governo ed imprese edili per la crescita, auspicando l'arrivo di maggiori risorse per le infrastrutture, soprattutto quelle medio-piccole. "Oggi solo l'1,6% del bilancio dello Stato è impegnato per le opere pubbliche", ha ricordato.
A rispondere a Buzzetti è intervenuto il vice ministro alle Infrastrutture, Riccardo Nencini, il quale ha affermato che le risorse per le infrastrutture già ci sono, MEF permettendo, ed ha anticipato l'arrivo a breve del cosiddetto decreto "Sblocca Italia".