(Teleborsa) - Le 32.500 assunzioni nella scuola pianificate dal Ministero dell'Istruzione non bastano: i posti complessivi da assegnare per le immissioni in ruolo dovrebbero essere il doppio.
E' quanto ha calcolato l'associazione sindacale Anief dopo aver appreso del piano di assunzioni inviato dal Ministero dell'Istruzione (MIUR) al Ministero dell'Economia.

Il progetto in questione prevede 15 mila professori "su posti comuni" per coprire il turn over, altri 13 mila per il sostegno e 4.500 ATA (il personale tecnico amministrativo) ma secondo l'Anief mancano all'appello 6 mila docenti delle discipline, 7 mila di sostegno, 13 mila ATA e i 4 mila "Quota 96".

Nel dettaglio, il sindacato ha calcolato che se al totale dei docenti già di ruolo (594.854) si tolgono i pensionamenti (15.414), si arriva quasi a 580 mila insegnanti di ruolo in servizio. Ma siccome l'organico di diritto dei docenti italiani per l'anno scolastico 2014/2015 è di 600.839 unità, sono circa 6 mila le cattedre che rimarranno vacanti.

Un'analisi simile riguarda le 13.342 immissioni in ruolo riservate agli insegnanti di sostegno: per rispettare il rapporto 1 a 2 docenti-alunni previsto dalla legge, le assunzioni del personale docente specializzato nell'insegnamento degli alunni disabili dovevano essere il 50% in più. Questo avviene anche perché l'attuale organico continua ad essere riferito a quello di 8 anni fa e non alla effettiva copertura di oltre 220 mila alunni con disabilità oggi frequentanti le nostre scuole: anche in questo caso mancano quindi all'appello altri 7 mila posti.

Ma la carenza maggiore quest'anno riguarda il personale amministrativo, tecnico, ausiliario e di supporto a vario titolo: ai 4.599 pensionamenti del personale ATA, vanno infatti aggiunti quasi 13 mila posti vacanti.

Se a questi numeri si aggiungono anche i circa 4 mila "Quota 96", si arriva a 30 mila posti liberi.

Secondo Marcello Pacifico, Presidente Anief e segretario organizzativo Confedir, "mai come oggi, rispetto ai segnali sempre più chiari che giungono dall'Unione Europea, il rischio sempre più concreto è che presto a decretare il doppio delle assunzioni, oltre 60 mila anziché 32.500, saranno i giudici del lavoro, che di fronte ad una indicazione della Corte di Giustizia europea non potranno fare altro che adeguarsi".