(Teleborsa) - Nuovo allarme delle imprese edili, che tornano a fare il punto della crisi nel mercato immobiliare, uno dei più tartassati in termini economici ed occupazionali.

Secondo l'Osservatorio dell'ANCE, le imprese di costruzioni sono diminuite del 9,1% (57 mila in meno in tre anni), fra il 2009 ed il 2012, a fronte del progressivo aumento dei fallimenti (+6,3% nell'ultimo anno), che porta il totale a 14.200 da inizio crisi.

La crisi dell'edilizia ha avuto pesanti riflessi anche sul mercato del lavoro con ben 790 mila posti perduti (522 mila diretti ed il resto neri settori collegati). Quadruplicata anche la cassa integrazione, che ha raggiunto 163 milioni di ore lo scorso anno.

Gli investimenti nel settore delle costruzioni sono tornati ai livelli del 1967, perdendo 58,8 miliardi di euro, circa il 32%. Secondo l'associazione che rappresenta l'edilizia, gli investimenti subiranno una nuova contrazione pari al 2,4% di qui al 2015 se non si sbloccheranno i 5 miliardi di risorse previsti dallo Sblocca Italia.

L'ANCE ha anche affrontato lo spinoso tema delle infrastrutture, sottolineando che dagli anni '90 ad oggi sono stati tolti al settore 2 euro su 3 di risorse pubbliche. A fronte di una netta riduzione delle spese in conto capitale dello Stato (-47,5%), quelle per nuove infrastrutture sono crollate del 66%.

Secondo l'ANCE, anche le spese annunciate contro il dissesto idrogeologico e per l'edilizia scolastica non vengono poi effettivamente erogate. Solo di recente il governo Renzi ha dato il via ai cantieri nella scuola
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