(Teleborsa) - La Rai è pronta a fare i sacrifici chiesti dal governo. Lo assicura il direttore generale, Luigi Gubitosi, sostenendo però che lo sciopero dei dipendenti Rai, proclamato per l'11 giugno prossimo contro il taglio di 150 milioni di euro, "è un errore".
"Ci è stato chiesto un sacrificio, e noi lo faremo", ha dichiarato Gubitosi in un'intervista al Corriere della Sera, aggiungendo che "abbiamo regole da Asl e bisogna ringiovanire l'azienda".
"Stiamo lavorando alla revisione del piano industriale che ha già ridotto il personale: dal 2013 sono uscite 700 persone. La Rai va ringiovanita. Abbiamo una popolazione anziana; fa parte del piano e della natura delle cose ridurre una parte della popolazione più anziana e assumere, anche se in numero minore, dei giovani".

Comunque la revoca dello sciopero Rai dell'11 giugno, appare sempre più vicina, "anche se il governo tiene il punto", ha dichiarato il sottosegretario alle Comunicazioni, Antonello Giacomelli, aggiungendo: "non ci faremo dettare l'agenda da nessuno".
Gli obiettivi da raggiungere entro il 2014 sono "la riforma del canone e l'anticipazione percorso della concessione, trasformazione e innovazione della Rai", ha spiegato poi Giacomelli.

Per obbedire alla richiesta del rottamatore Matteo Renzi, si guarda soprattutto alla vendita di Rai Way, la società che controlla le torri di trasmissione, ma solo di una quota di minoranza, specifica il direttore Rai, che ci tiene che la società resti pubblica.
Preoccupato il presidente della Vigilanza Rai, Roberto Fico, del Movimento 5 Stelle, secondo il quale "Renzi sta tentando di svendere i ponti Rai".

Secondo Luigi De Siervo, presidente dell'Adrai, l'associazione dei dirigenti Rai, la verità è che "tre reti pubbliche sono troppe". "La suddivisione della Rai in tre reti principali è un'organizzazione "antica", figlia delle esigenze della prima Repubblica. Noi proponiamo di aggiornarla all'Italia di oggi".

Intanto il premier Matteo Renzi bolla come "umiliante" questa protesta, poiché "quando tutte le famiglie, nel Paese reale, tirano la cinghia ognuno deve fare la propria parte e partecipare ai risparmi".