(Teleborsa) - Coperture trovate, riforme pianificate, tagli oculati alla spesa, eliminazione degli sprechi con la spending review. Se sui punti cardine del Documento di Economia e Finanza (DEF) che il Governo si appresta ad approvare non c'è nulla da obiettare, qualche perplessità destano le previsioni che stanno alla base, perché a Bruxelles qualcuno potrebbe obiettare alla deroga di alcuni target.

Il pareggio strutturale, ad esempio, subirà uno slittamento di un anno (era previsto a zero per il 2015 e non sarà raggiunto prima del 2016), anche se corretto per ciclo. Il deficit strutturale quest'anno era previsto allo 0,3% e già incorporava una maggiore flessibilità rispetto ai target della Commissione che indicavano uno 0,1-0,2%.

Sono queste le anticipazioni quanto contenuto nel DEF, che dovrebbe anche prevedere una ulteriore revisione al ribasso della stima di crescita allo 0,8% dall'1% indicato dal Governo Letta e rispetto all'1,3% ipotizzato due anni fa dal Governo Monti.

Il rapporto deficit/PIL quest'anno dovrebbe attestarsi al 2,6%, leggermente peggiore del 2,5% preventivato in precedenza, per scendere nel 2015 all'1,8%. Anche il debito dovrebbe aumentare, a causa del concorso di una serie di fattori.

Infatti, l'esecutivo farà presente a Bruxelles che sui conti pubblici pesano una serie di fattori, quali i contributi al Fondo salva-stati ed il pagamento accelerato dei debiti della PA (che ha comportato un aumento del debito di 5 punti di PIL nel 2013 e di 6 punti nel 2014).

Il Governo, anche mediante la presentazione del piano nazionale di riforme, intende dunque chiedere all'UE maggiore flessibilità nel breve, considerando il ciclo ed i fattori negativi che pesano sui conti pubblici, ed afferma di non voler "tornare indietro" sugli impegni presi a Bruxelles. La soluzione? Misure pro-crescita che, pur derogando nell'immediato ad alcuni obiettivi, consentiranno al Paese di tornare sulla giusta rotta per la riduzione del debito nei prossimi anni. Le riforme da sole, si stima, dovrebbero avere un impatto positivo sul PIL di 0,3 punti quest'anno e di 0,9 punti il prossimo.