(Teleborsa) - Il lavoro non c'è per nessuno, a maggior ragione per i laureati, che aspirano a impieghi più remunerativi e più soddisfacenti sotto il profilo professionale. A fronte di una disoccupazione record, solo il settore della cura degli anziani e dei collaboratori familiari ha tenuto testa alla recessione profonda che ha colpito l'Italia.
Un quadro sconfortante è stato disegnato dall'ultimo rapporto AlmaLaurea, l'associazione che coordina almeno una sessantina di atenei italiani. Se nel 2008, era ancora disoccupato uno laureato su dieci (il 10%) ad un anno dal conseguimento del titolo di studio, questa percentuale è più che raddoppiata negli anni della cresi passando al 26,5% nel 2013. Ciò significa che a un anno dalla laurea uno studente su dieci è ancora a spasso.
Vi sono percorsi di studio più sicuri? Il rapporto segnala che non è così perché la disoccupazione post laurea è generalizzata per tutti i tipi di studio.
In caso di fortuna, la retribuzione è da fame. Per coloro che riescono a trovare un impiego, la situazione non è delle più rosee perché impazza il lavoro nero (pari a circca il 13% dei laureati a ciclo unico) e lo stipendio si aggira attorno ai mille euro, un compenso analogo a quello dei lavori a bassa specializzazione. Nel periodo 2008-2013 le retribuzioni reali dei neo laureati sono calate complessivamente del 20%.