(Teleborsa) - La situazione resta critica in Ucraina, in attesa che il referendum popolare del 16 marzo decida per la separazione dall'Ucraina, mentre si prepara il terreno all'annessione alla Russia.

La scorsa settimana, infatti, il parlamento della Crimea ha deciso di proporre a referendum l'annessione alla Russia, caldeggiata da Mosca, ma definita "illegale" dalla comunità internazionale, in primis dall'UE. Una volta che il referendum sancirà l'addio a Kiev, sarà la volta della Russia di legiferare in merito all'annessione della Crimea, che dovrebbe avvenire il successivo 21 marzo.

Intanto, si stanno compiendo i passi propedeutici. E' di ieri la notizia che la lingua ufficiale ora vigente in Crimea è il russo, ma il cammino verso Mosca passa anche per le strategia militari, così il premier della Crimea Serghiei Aksionov, non riconosciuto dall'Ucraina, ha annunciato ieri la nazionalizzazione della flotta ucraina di stanza a Sebastopoli. I soldati russi hanno intanto preso il controllo di diverse basi militari in Crimea, ma sinora non si è registrato alcuno scontro a fuoco con le truppe ucraine.

Intanto, proseguono i colloqui fra Mosca e Washington: il Ministro degli esteri russo Sergei Lavrov ha invitato il Segretario di Stato USA John Kerry a proseguire i colloqui, ma la proposta è stata seguita da un nuovo rinvio.