(Teleborsa) - Dovrebbe tenersi tra 14 giorni l'udienza su Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, i due fanti di marina trattenuti in India da ben due anni con l'accusa di aver ucciso due pescatori indiani scambiandoli per pirati (il fatto risale al 15 febbraio del 2012). Udienza, come noto, già più e più volte rinviata.
La "buona" notizia, secondo quanto riportato dall'ANSA, è che il procuratore generale indiano Vahanvati avrebbe presentato alla Corte Suprema l'opinione del governo favorevole ad abbandonare il "Sua Act", la legge contro la pirateria che prevede anche la pena di morte.
Già a fine gennaio voci di stampa parlavano di un dietrofront del governo sul Sua Act.
Meno confortante, invece, la notizia secondo la quale lo stesso procuratore avrebbe chiesto che i capi di accusa vengano formulati dalla polizia investigativa NIA che, come noto, è favorevole all'applicazione della pena di morte.
Intanto sabato il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha telefonato a Latorre e Girone esprimendo loro la propria vicinanza e determinazione perché i due militari possano presto tornare a casa.
"Consideriamo il vostro caso una priorità. Siamo pronti a fare tutto quanto è in nostro potere per arrivare il più rapidamente possibile ad una soluzione positiva", ha sottolineato Renzi.
Giusto qualche giorno fa il ministro della Difesa indiano A.K. Antony aveva puntato i piedi affermando che il governo sta andando avanti su questa vicenda in base alle leggi indiane, aggiungendo che non c'è spazio per compromessi e che il Paese non farà marcia indietro, pertanto i due marò saranno processati con le leggi indiane.
C'è attesa ora per le prossime mosse delle neoelette ministre degli Esteri e della Difesa, rispettivamente Federica Mogherini e Roberta Pinotti. Anche loro, sabato scorso, hanno telefonato ai due fanti di marina.
Marò, l'udienza slitta ancora. Governo indiano sfavorevole alla pena di morte
24 febbraio 2014 - 09.44