(Teleborsa) - E' di almeno 25 morti il bilancio della battaglia che si sta consumando a Kiev. Gli scontri si infiammano sempre di più per le strade del centro della città ucraina, teatro di morte e sangue. Un copione già visto più volte nelle ultime settimane e con un bilancio che sembra destinato a salire. Tra le vittime ci sono anche dei poliziotti.

L'Ucraina, da circa due mesi, è alle prese con i disordini di piazza di filo europeisti che si oppongono fermamente alla decisione del Governo di rinunciare all'accordo di associazione con l'Unione Europea. Molti cittadini ucraini vorrebbero che il Paese fosse più europeo e meno dipendente dalla Russia. A fine gennaio, il primo ministro ucraino, Mykola Azarov, si è dimesso.

Dopo una mattinata di forti scontri, le autorità, nel pomeriggio, avevano lanciato un ultimatum, di due ore, ai dimostranti, per sgomberare Maidan Nezalezhnosti, la piazza Indipendenza da tre mesi cuore della rivolta antigovernativa. Attese più di due ore la polizia è entrata in azione.

Durante la notte, poi, alcuni manifestanti hanno preso d'assalto diversi edifici pubblici a Leopoli, nell'ovest dell'Ucraina, tra cui la sede della Polizia e quella dei servizi speciali.

L'opposizione ha "oltrepassato i limiti" sperando di arrivare al potere grazie alla strada, e "i responsabili saranno giudicati", ha detto il presidente ucraino Viktor Ianukovich.

Condanne alle violenze sono giunte dal segretario generale dell'ONU, Ban Ki-moon, dal capo della diplomazia europea, Catherine Ashton, dalla Casa Bianca, dalla Nato, mentre Mosca accusa l'Occidente: "il ritorno della violenza nelle strade di Kiev è il risultato diretto della politica di Stati Uniti e Europa" ha affermato il ministero degli Esteri russo, accusando politici occidentali e organizzazioni europee di "incoraggiare" le provocazioni contro il potere legale in Ucraina.