(Teleborsa) - Manca poco per la privatizzazione delle Poste. Il vice ministro dello Sviluppo Economico Antonio Catricalà, sentito oggi in Commissione trasporti alla Camera, ha indicato cinque o sei mesi pwer la definizione dei dettagli dell'operazione, ma ha anche dato qualche anticipazione.

L'orientamento - ha affermato - è mantenere sia il controllo sia la maggioranza del capitale in mano allo Stato, con una quota riservata ai dipendenti. Catricalà ha anche escluso la vendita di un solo pezzo delle Poste, per mantenere l'unitarietà del gruppo.

La privatizzazione servirà certamente a fornire una provvista di risorse utile a ridurre il debito, ma servirà anche come strumento di incentivo per una maggiore efficienza dei servizi e per l'ampliamento dell'offerta.

Non è chiaro se l'operazione comporterà due distinte fasi - vendita diretta e collocamento in borsa - ma su questi aspetti deciderà Palazzo Chigi, che si prepara a cedere circa il 30-40% delle Poste.

Il progetto di privatizzazione delle Poste è tornato alla ribalta di recente, dopo che ne ha fatto cenno il Premier Enrico Letta, nell'ambito del piano di privatizzazioni da 12 miliardi, finalizzato a ridurre il debito pubblico. Le Poste attualmente sono in mano al Tesoro al 100%.