Quali conseguenze ha portato l'ingresso nell'euro?
Nei periodi successivi all'introduzione dell'euro, le controversie e le polemiche non si fecero aspettare. Avvennero, infatti, delle conversioni dei prezzi di beni e servizi tra valute nazionali e moneta unica a volte distanti da quelli ufficiali. Per fare un esempio non bisogna andare troppo lontano, ma restare dentro i confini del nostro Bel Paese. In alcuni mercati italiani, soprattutto in quelli alimentari e dei beni di consumo, l'impressione, che poi nel tempo è divenuta una spiacevole certezza, è che spesso si sia
convertito 1 euro con 1000 lire, riducendo di quasi la metà il valore reale della moneta. Per non parlare dei forti arrotondamenti applicati su prezzi e tariffe per esempio nei servizi pubblici.
E il
mercato immobiliare? Si è rivelata un'altra spina nel fianco. Per riprendere l'esempio di sopra, un palazzetto che si acquistava con un miliardo di lire è stato "tradotto" in un milione di euro causando in pratica l'esaltazione dei prezzi immobiliari. In un mercato sano, quando la domanda non aumenta, i prezzi si abbassano. Invece quello che è successo e, che ancora accade, è che i prezzi hanno continuato a volare alto. Negli ultimi anni di recessione, infatti, il mattone è sceso di pochi punti percentuali, come se le quotazioni delle case si trovassero in una realtà parallela. In parole povere, chi non è riuscito a vendere, non ha ritoccato il prezzo al ribasso e, semplicemente, aspetta.
Infine, ma non meno importante,
le conseguenze hanno gravato anche sul settore bancario. In che modo? La crisi finanziaria del 2007-2008 originata in America, ha creato la crisi dei debiti sovrani in Europa e quest'ultima ha generato una crisi bancaria. Come un cane che si morde la coda, così il ciclo della crisi si è chiuso, dove era iniziato, con le banche.
Le tensioni legate ai debiti sovrani hanno avuto ripercussioni sugli istituti di credito, titolari di grandi quantità di titoli di Stato. Le minusvalenze registrate a causa della diffidenza verso i titoli dei Paesi in difficoltà hanno danneggiato i conti delle banche paralizzando di conseguenza il mercato interbancario. Le banche europee si sono dovute ricapitalizzare per fronteggiare le difficoltà del settore privato. Diversamente non hanno la forza di ricapitalizzarsi per fronteggiare l'aumento del debito pubblico.
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