Facebook Pixel
Milano 22-nov
33.495 +0,60%
Nasdaq 22-nov
20.776 +0,17%
Dow Jones 22-nov
44.297 +0,97%
Londra 22-nov
8.262 +1,38%
Francoforte 22-nov
19.323 +0,92%

Euro: una bella nota di una sinfonia incompiuta

Così nacque la moneta unica
Dopo aver preso il posto dell'ecu, dal gennaio 1999 l'euro è diventato la moneta della finanza, delle banche e dei listini, rendendo più fluidi gli scambi, ma deludendo chi sperava si potesse sfidare sin da subito lo strapotere del Golia americano: il dollaro. Il vigore iniziale della valuta europea, infatti, s'è perso rapidamente lungo la via.

Nel 2011 l'euro diventa la valuta comune di 17 stati membri dell'Unione europea.

L'adesione all'euro non è stata di certo gratuita, tant'è che alcuni Paesi hanno dovuto tassare i propri cittadini per entrarci, vedi l'Italia, mentre altri Stati, come ad esempio la Francia e la Germania, quando si è trattato di convertire la propria moneta, ci hanno anche guadagnato.

Come se non bastasse, per partecipare alla nuova valuta, gli stati membri dovevano rispettare i seguenti criteri: un deficit pari o inferiore al 3% del prodotto interno lordo; un rapporto debito/PIL inferiore al 60%; un tasso di inflazione non superiore di oltre 1,5 punti percentuali rispetto a quello medio dei tre stati membri a più bassa inflazione; tassi d'interesse a lungo termine non superiori di oltre 2 punti percentuali rispetto alla media dei tre stati membri a più bassa inflazione; infine appartenenza per almeno un biennio al Sistema monetario europeo.

Risposte così stringenti hanno portato a tassi di cambio tra la moneta locale dei diversi Stati all'euro, favorevoli per alcuni Paesi come la Germania e la Francia e sfavorevoli per altri come l'Italia, la Spagna, il Portogallo e la Grecia. Questa circostanza ha reso più forte la Germania dotata di un tessuto produttivo/industriale molto forte e orientato all'aumento delle esportazioni, mentre ha creato qualche problema agli Stati che non hanno un sistema industriale così florido.
Condividi
"
Altri Speciali
```