I primordi dei death bonds
Gli albori dei death bonds e i loro primi successi risalgono agli anni '80, periodo in cui l'Aids cominciò a mietere le prime vittime. I malati, ridotti sul lastrico a causa delle costose cure a cui dovevano sottoporsi, incontrarono i primi spietati speculatori pronti ad offrire loro denaro contante in cambio delle loro polizze vita in odor di scadenza. Lo scopo di questi investitori era ovviamente quello di monetizzare le polizze degli assicurati, che nella maggior parte dei casi erano in uno stadio terminale.
La ricerca e le innovazioni in campo medico, che hanno consentito di fare scoperte e rendere sempre più efficaci le terapie per la cura dell'Aids, hanno inaridito questa speculazione sulla morte anche se di fatto questi traffici commerciali non hanno mai avuto fine. E se è vero, com'è vero, che nulla a questo mondo è sicuro fuorché la morte, anche la vecchia Europa ha deciso di seguire le orme degli americani cercando anche nella morte un lucro certo.
Deutsche Bank, come dicevamo, è stata la pioniera in Europa di questo prodotto finanziario. La famosa banca tedesca, forse con un po' di imbarazzo nell'illustrare questo nuovo tipo di obbligazioni, ha usato una definizione meno macabra e con un pizzico di eufemismo ha definito i death bond: "Life Settlement Backed Securities" (LSBS). Gli esperti finanziari di Deutsche Bank, per cominciare, hanno individuato negli USA un gruppo di 500 anziani, compresi fra i 72 e gli 85 anni di età, consenzienti ad essere sottoposti ad accertamenti sulle loro condizioni di salute. La banca una volta fatte le ricerche ha deciso di investire sulla durata residua della vita di questi soggetti.
La crisi economica inoltre, che ha colpito in maniera globale e trasversale, ha messo in ginocchio coloro che posseggono polizze-vita, senza considerare poi l'invecchiamento della popolazione e le nuove misure di austerity messe in atto dai governi di tutta Europa che, di fatto, hanno penalizzato le pensioni: si dovrà lavorare fino ai 70 anni secondo le nuove regole pensionistiche.
Quindi quale investimento migliore, per approfittare delle ristrettezze delle famiglie e dei privati, colpiti dalla recessione? Si è poi visto, a posteriori, che questi titoli hanno il vantaggio di essere finanziariamente scorrrelati dal mercato; specificando meglio il concetto, la loro profittabilità non è collegata minimamente alla fluttuazione dei mercati finanziari, come dire che la morte non è collegata né all'aumento delle commodities né a quello dei mercati azionari.
Queste considerazioni renderebbero i death bond un investimento ideale tanto che, ritornando al mercato americano, questi prodotti sono stati impacchettati e cartolarizzati (esattamente come i derivati sui mutui sub-prime) promettendo, in alcuni casi, profitti anche del 25%.
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