(Teleborsa) -
Le prospettive di inflazione si confermano troppo elevate troppo a lungo e, proprio a causa del persistere delle pressioni inflazionistiche, la
BCE ha deciso di aumentare i tassi di interesse di 25 altri punti base nella riunione tenutasi ad inizio maggio. E' quanto emerge dal
bollettino mensile dell'Eurotower, che fa il punto della situazione economica di Eurolandia e globale e motiva le decisioni assunte dal Board.
Nel complesso, le
informazioni in arrivo supportano ampiamente la valutazione delle
prospettive di inflazione a medio termine", si legge nel bollettino, che conferma "l'inflazione complessiva è diminuita negli ultimi mesi, ma le
pressioni sottostanti sui prezzi rimangono forti". Anche le
pressioni salariali si sono ulteriormente rafforzate, in un contesto di mercato del lavoro robusto, per
recuperare parte del
potere d'acquisto perso a causa dell'elevata inflazione.
"Allo stesso tempo - si legge - i
passati aumenti dei tassi vengono
trasmessi con forza alle condizioni finanziarie e monetarie dell'area dell'euro, mentre i ritardi e la forza della trasmissione all'economia reale rimangono incerti".
"Le
future decisioni del Consiglio direttivo assicureranno che i
tassi ufficiali siano portati a livelli sufficientemente restrittivi per ottenere un
tempestivo ritorno dell'inflazione al suo obiettivo di medio termine del 2% e saranno mantenuti a tali livelli per tutto il tempo necessario", informa l'Istituzione di Francoforte, indicando che Il Consiglio direttivo continuerà a seguire un
approccio dipendente dai dati per determinare il livello appropriato e la durata della restrizione".
"Le
decisioni sui tassi continueranno a
basarsi sulla valutazione delle prospettive di inflazione da parte del Consiglio direttivo
alla luce dei dati economici e finanziari in arrivo, della dinamica dell'inflazione sottostante e della forza della trasmissione della politica monetaria".
I
tassi di interesse rimangono lo
strumento principale del Consiglio direttivo
per definire l'orientamento della politica monetaria. Parallelamente, il Consiglio direttivo continuerà a
ridurre il portafoglio del programma di acquisto di attività (PAA) dell'Eurosistema a un ritmo misurato e prevedibile. In linea con questi principi, il Consiglio direttivo prevede di
interrompere i reinvestimenti nell'ambito dell'APP a
partire da luglio 2023.
Osservando
l'attività economica globale, la banca centrale conferma che è risultata
più forte del previsto ad inizio 2023 ed anche il PIL di Eurolandia è cresciuto dello 0,1% grazie alla riduzione dei prezzi dell'energia, anche se la domanda rimane debole. E con l'attenuarsi della crisi energetica, la
BCE consiglia ai governi di ritirare tempestivamente e in modo concertato le
misure di sostegno contro il caro-energia, per evitare di aumentare le pressioni inflazionistiche a medio termine, mentre le
politiche fiscali dovrebbero essere orientate a rendere più produttiva l'economia dell'area euro e
ridurre gradualmente l'elevato debito pubblico.
"Le rinnovate
tensioni sui mercati finanziari, se persistono, potrebbero rappresentare
un rischio al ribasso per le prospettive di crescita in quanto potrebbero inasprire le condizioni del credito più ampie del previsto e smorzare la fiducia.
Anche la guerra della Russia contro l'Ucraina continua a rappresentare un significativo
rischio al ribasso per l'economia. Tuttavia, la recente
inversione dei passati shock negativi dell'offerta, potrebbe stimolare la fiducia e sostenere una crescita più elevata di quanto attualmente previsto. La continua
tenuta del mercato del lavoro, rafforzando la fiducia e la spesa delle famiglie, potrebbe portare a una crescita più elevata del previsto. Permangono inoltre
significativi rischi al rialzo per le prospettive di inflazione e questi includono le pressioni esistenti sulla pipeline che potrebbero portare a prezzi al dettaglio più alti del previsto nel breve termine.
Il
settore bancario, infine, si è dimostrato
resiliente di fronte alle tensioni sui mercati finanziari emerse prima della riunione del Consiglio direttivo di marzo. Tuttavia, l'ultima indagine sui prestiti bancari nell'area dell'euro ha segnalato un i
nasprimento degli standard creditizi, più forte di quanto le banche si aspettassero e questo suggerisce che i
prestiti potrebbero indebolirsi ulteriormente.