(Teleborsa) - Dall'inizio del 2022, le famiglie dell'area dell'euro hanno registrato il maggiore aumento dei
prezzi al consumo degli ultimi decenni e il primo aumento dei tassi di interesse in oltre dieci anni. È quanto è emerso da uno studio pubblicato dalla
Banca Centrale Europea. Per alcune famiglie, in particolare quelle con redditi più bassi, questi shock potrebbero portare a difficoltà finanziarie, compresa l'incapacità di ripagare i
debiti.
Le simulazioni dell'impatto dell'aumento dei prezzi al consumo e dei
tassi di interesse sulla salute finanziaria a breve termine delle famiglie hanno infatti rilevato un
rischio di insolvenza più pronunciato nei quintili di reddito più bassi. Per la maggior parte dei paesi, il rischio sistemico derivante dai prestiti originati in quintili di reddito più basso – che rappresentano una quota inferiore del debito totale delle famiglie rispetto ai prestiti originati in quintili di reddito più elevato – è limitato, sebbene sia più significativo che in altri. Il
sostegno politico volto a smorzare l'impatto degli shock, concludono quindi gli economisti di Francoforte, potrebbe contribuire a mitigare questo rischio.
Le
famiglie a basso reddito risultano infatti essere state colpite in
modo sproporzionato dall'aumento dei prezzi al consumo e dei tassi di interesse nel 2022. Le famiglie a basso reddito spendono una quota molto maggiore del proprio reddito per i bisogni di base, in particolare energia e cibo. Sebbene l'effetto dell'aumento dei tassi di interesse sia meno critico nel breve termine – un'ampia quota dei prestiti esistenti è a tasso fisso –, impatto sarà molto maggiore nel medio-lungo periodo sotto forma di tassi ipotecari più elevati. Il risultato potrebbe essere un marcato aumento del
costo del servizio del debito per le
famiglie che negli ultimi anni si sono bloccate su tassi di interesse bassi una volta scaduti i periodi di fissazione dei loro prestiti.
Mentre è probabile che le inadempienze definitive aumenteranno solo leggermente, i rischi al ribasso per la qualità degli
attivi delle banche stanno aumentando, soprattutto nei
paesi vulnerabili. La vulnerabilità al deterioramento della qualità degli attivi potrebbe essere un problema particolare per le banche nei paesi con una quota più elevata di prestiti bancari alle famiglie nei quintili di reddito più basso, che stanno subendo un impatto significativo dall'aumento dell'inflazione e dai tassi di interesse più elevati e hanno minori quantità di attività liquide disponibili.
In futuro, avverte la BCE, un periodo prolungato di alta inflazione rappresenterebbe un rischio per la stabilità finanziaria dell'area dell'euro in quanto potrebbe esacerbare la compressione dei redditi delle famiglie, minacciando potenzialmente anche le famiglie con redditi medi e alti. "Riportare l'inflazione al suo obiettivo di medio termine rimane quindi di fondamentale importanza", conclude il documento.