(Teleborsa) -
Settimana cruciale per la politica, con la Manovra e la legge elettorale che rimangono in focus.
Ed proprio sulla legge elettorale che lo scontro tra le forze politiche è più che mai aperto. Il
PD vuole
portare il testo alla Camera entro il 5 giugno prossimo. Ieri, 29 maggio sono stati
Dem a dare il via alle consultazioni tra i partiti, in cerca di un testo "condiviso" da far approvare a
Montecitorio.
Il giro di confronti è stato aperto con l'incontro
flash con il Movimento Cinque Stelle durato appena 20 minuti. Ma tanto è bastato per capire che esiste l'intesa di lavorare al modello tedesco, che garantisce meglio la trasparenza, così come scelto dalla consultazione online dei pentastellati.
Matteo Renzi nella sua e-news serale due punti cardine su cui lavorare: lo sbarramento al 5%, come in Germania, "per limitare il numero dei partitini. E i nomi sulla scheda: voglio sapere chi voto". Il segretario del PD spiega che la soluzione trovata "non è la mia preferita" ma cede il passo poiché il "PD da solo non ha i numeri".
Se
PD e M5S vanno nella stessa direzione, non sembra si possa dire lo stesso per le posizione di
Angelino Alfano. I nodi principali di scontro tra
Renzi e il ministro degli Esteri. "Le posizioni restano molto distanti", ha rivelato
Alfano dopo l'incontro con l'ex Premier. Da noi nessuna minaccia, ma sarebbe stato naturale per il PD cercare prima un accordo con il suo alleato di governo e poi con le opposizioni". Ncd si riserva di decidere il da farsi alla direzione che si terrà in settimana.
Oggi, 30 Maggio, sarà la volta dell'incontro tra PD e Forza Italia, Lega e Fratelli d'Italia. Poi la direzione
Dem, che darà il via libera ufficiale all'intesa sul sistema di voto di Berlino.
L'obiettivo resta l'approdo in Aula alla Camera il 5 giugno.
Sfumato l’incontro tra Renzi Berlusconi, a vedersi oggi saranno solo le delegazioni per discutere i dettagli di un’intesa che ieri è stata ribadita dai due leader al telefono. L’ex Cavaliere avrebbe insistito per un faccia a faccia, magari a Palazzo Grazioli, ma il leader PD ha declinato l'invito.
Ora si va verso il voto in commissione alla Camera degli oltre 400 emendamenti presentati per modificare il "Rosatellum", testo base voluto dal PD con l'obiettivo di portare il vecchio testo al modello tedesco. Solo
Ncd minaccia di mettersi di traverso.
Se ci fosse l'accordo tra
PD, Forza Italia e M5S il Paese potrebbe andare alle urne in autunno, come testimoniato dalle
fibrillazioni registrate in Borsa. Grillo già paventa elezioni il 10 settembre, prima che deputati e senatori possano incassare "la pensione da privilegiati".
Ma come si sa, l'ultima parola per l'eventuale scioglimento anticipato delle Camere e di conseguenza nuove elezioni spetta comunque e solo al Presidente Sergio Mattarella.