(Teleborsa) - Ha preso il via in Senato poco dopo le 14 la discussione generale sul disegno di legge di bilancio, arrivato in Aula senza mandato al relatore nel testo licenziato la scorsa settimana dalla Camera. I lavori dovrebbero proseguire per oltre 5 ore visto che sono ben 36 gli iscritti a parlare. Al termine della discussione è attesa la richiesta della fiducia da parte del governo che sarà votata domattina.

Il relatore della manovra in Commissione bilancio del Senato, Guido Liris (FdI), ha annunciato di essersi dimesso vista l'impossibilità di poter lavorare sul provvedimento in Commissione per i tempi strettissimi rimasti a Palazzo Madama per la seconda lettura. "Ho chiesto al Presidente di Commissione di farsi mediatore perché non ci sia più la singola lettura parlamentare e perché si torni alla doppia lettura" ha detto aggiungendo che "questa è una volontà della maggioranza. Si deve tornare alla doppia lettura che dal 2018 non è stata più fatta". Per Liris non vi erano "tempi e modi per poter arrivare alle 14 in aula esaminando 817 emendamenti e 60 ordini del giorno. Si auspica – ha aggiunto – che non accada più quello che è successo questa volta, con i tempi che sono stati gestiti in maniera troppo stretta al Senato a causa della Camera. Ma non è solamente questo: dal 2018 si è acquisita un'abitudine che, mentre aveva una giustificazione durante il Covid, oggi non ha più giustificazione il fatto di essere arrivati a un monocameralismo sulla gestione di provvedimenti così importanti come quello del bilancio".

E sulla questione è intervenuto il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti commentando la possibilità che il governo terrà conto delle proteste per la mancanza di una doppia lettura sulla manovra con la riforma della legge di contabilità. "Non so da quanti anni purtroppo è così. Siccome la legge di contabilità bisogna riformarla comunque in base alle nuove regole europee, è già partito un lavoro preliminare. Però giustamente – ha detto Giorgetti – è materia parlamentare non di governo, l'iniziativa deve essere parlamentare su queste cose. La revisione un po' dei meccanismi e anche delle regole è necessaria. Noi siamo assolutamente disponibili e abbiamo dato disponibilità". Con il cambio delle regole Ue – ha aggiunto – "è subentrata anche la necessità di aggiornare una legge che oggi implica che le coperture non siano semplicemente quelle tradizionali ma che rispettino anche la traiettoria di spesa netta che fino a poco tempo fa non esistevano. Sarebbe benvenuta".

Dopo due mesi di gestazione alla Camera, pochi fondi per le modifiche coi saldi che restano sostanzialmente invariati, il Senato in poco più di 24 ore, senza averla toccata, approverà dunque in via definitiva la terza manovra del governo di Giorgia Meloni. Trenta miliardi che andranno a redditi bassi e famiglie, come rivendica la presidente del Consiglio che si appresta a richiamare anche il 28 dicembre i suoi ministri per un ultimo Cdm prima di fine anno.