(Teleborsa) - La nave cargo russa Ursa Major, di proprietà della compagnia SK-Yug, è affondata nel Mar Mediterraneo dopo un'esplosione nella sala macchine, secondo quanto affermato dal Crisis Management Center del Ministero degli Esteri russo.

"Quattordici dei 16 membri dell'equipaggio (tutti cittadini russi) sono stati salvati e portati al porto di Cartagena nella regione spagnola di Murcia dal personale del servizio di soccorso", si legge nella nota riportata dall'agenza TASS. Due membri dell'equipaggio risultano dispersi.

La nave, affondata in acque internazionali, ha lasciato San Pietroburgo circa due settimane fa, diretta al porto di Vladivostok, dove l'arrivo era previsto per il 22 gennaio.

La società SK-Yug, una filiale della società logistica russa Oboronlogistics, è proprietaria e operatrice della nave. Da un documento del 20 dicembre emerge che la Ursa Major trasportava gru portuali da 380 tonnellate ciascuna a Vladivostok per l'ampliamento del porto, nonché parti per navi rompighiaccio, scrive Reuters.

Oboronlogistics si definisce sul suo sito web come parte della "struttura del complesso di costruzioni militari del Ministero della Difesa" e rileva che il suo "obiettivo principale è garantire le esigenze del Ministero della Difesa relative al trasporto, allo stoccaggio e alla produzione di materiale militare e scopi speciali".

Secondo l'Intelligence dell'Ucraina, l'Ursa Major è coinvolta nel trasporto di equipaggiamento militare per le truppe russe in Siria e a maggio 2022 gli USA hanno imposto sanzioni sulla nave. Dopo un lungo periodo di lavoro nel Mar Caspio per fornire trasporti tra i porti della Russia e dell'Iran, a settembre 2023 ha completato un passaggio verso il bacino di Azov-Mar Nero, spegnendo i sistemi di tracciamento satellitare. La nave ha effettuato scali nel porto di Taurus (Siria), sempre spegnendo i sistemi di tracciamento satellitare.