(Teleborsa) - Mentre l'economia europea resta sotto pressione a causa delle tensioni geopolitiche, dei venti contrari economici strutturali e della crescente incertezza commerciale, gli investitori guardano a una potenziale maggiore spesa per la difesa con l'utilizzo della politica fiscale dell'UE. A questo proposito, "una spesa militare aggiuntiva potrebbe allo stesso tempo affrontare i rischi geopolitici, aiutare a ridurre la probabilità di tariffe statunitensi e sostenere la crescita europea", fa notare Goldman Sachs in una ricerca sul tema.

La spesa per la difesa europea è già aumentata notevolmente dall'invasione dell'Ucraina, ma rimane al di sotto dell'obiettivo NATO del 2% del PIL per un certo numero di paesi. Goldman Sachs vede tre possibili vie per finanziare la nuova spesa per la difesa. La prima è quella di fare affidamento sui deficit fiscali nazionali e concedere un'eccezione agli stati membri all'interno delle regole fiscali europee. La seconda riguarda il riutilizzo della capacità finanziaria inutilizzata all'interno di Next Generation EU (NGEU). La terza opzione è quella di istituire un nuovo strumento di finanziamento multilaterale per la difesa, simile nello spirito a NGEU ma aperto anche a stati membri non UE.

"A nostro avviso, una combinazione di deficit nazionale e riutilizzo di NGEU è l'opzione più probabile - si legge nella ricerca, firmata dall'economista Filippo Taddei - Tuttavia, riteniamo che tutte e tre le opzioni condividano una bassa probabilità di un dispiegamento anticipato. Creare un'altra eccezione nelle nuove regole fiscali e riutilizzare i fondi di riserva all'interno di NGEU richiede un accordo sia nel Consiglio dell'UE che nel Parlamento. L'istituzione di un nuovo strumento di finanziamento multilaterale per la difesa coinvolgerebbe anche i parlamenti nazionali sia all'interno che all'esterno dell'UE, aumentando ulteriormente l'ostacolo per l'attuazione".

Date le elezioni generali in Germania, l'incertezza politica in Francia e la necessità di approvare il cambiamento attraverso diverse istituzioni dell'UE, la banca d'affari ritiene comunque improbabile che qualsiasi processo venga completato prima della fine del 2025.

Goldman Sachs considera due scenari. Il primo punta alla spesa per la difesa del 2026 al 2,25% e implica un aumento medio annuo del deficit strutturale di circa lo 0,3% del PIL nei prossimi tre anni, mentre il secondo porta la spesa per la difesa al 2,5% del PIL nel 2026 e implica un aumento annuo leggermente maggiore di circa lo 0,5% del PIL. Viene spiegato che i moltiplicatori sulla spesa per la difesa sono relativamente piccoli, intorno allo 0,6, dato l'elevato contenuto di importazioni, e l'effetto è più di breve durata rispetto agli investimenti.

L'analisi suggerisce che l'impulso alla crescita sarebbe positivo ma limitato, aumentando l'impulso fiscale annuale di una media di 0,1-0,2 pp nei prossimi tre anni rispetto all'attuale base di riferimento fino al 2027. L'impulso alla crescita, tuttavia, dipende dalla capacità del settore della difesa nazionale di ridurre la dipendenza dall'input estero con potenziali effetti maggiori se una maggiore spesa per la difesa porta a una riorganizzazione strutturale e all'espansione dell'industria della difesa europea.