"Dal 2008 a oggi – ha proseguito Grifoni – abbiamo avuto un incremento del capitale che è stato conferito al Fondo Fonte di quasi 5 volte quello che ha fatto il TFR. E quindi la previdenza complementare conviene. Conviene perché poi costa poco. Per un lavoratore medio costa 40 centesimi al giorno, come una sigaretta. Questo permette, quindi, al lavoratore di avere una pensione che si affianca a quella obbligatoria, che oggi sta decrescendo perché il tasso di sostituzione, cioè il valore della pensione quando arriva alla fine della propria carriera lavorativa, oggi si aggira intorno al 65-70%. C'è bisogno di dare un'ulteriore spinta di un 20-25% e questo lo può fare la previdenza complementare. Un altro dato importante è che siamo il primo fondo di pensione negoziale che ha investito in economia reale, cioè nell'economia del Paese. Abbiamo investito quasi 600 milioni in private market e la tendenza è arrivare a molto di più. Investiamo nelle aziende italiane e diamo una mano allo sviluppo e alla crescita delle imprese del Paese, anche dove lavorano i coloro che sono iscritti al fondo pensione".
"Incomincia a passare il fatto – ha sottolineato il presidente del Fondo Fon.Te – che la previdenza complementare è necessaria. Specialmente i giovani sono molto preoccupati per quanto riguarda la loro pensione. Si affiancano le preoccupazioni per la sanità, per il lavoro, per i salari. Il Fondo Fonte li sta aiutando anche perché c'è un passaparola reputazionale molto forte, perché noi siamo velocissimi a erogare le prestazioni. Come si vede i rendimenti sono ottimi e sono buoni. E quindi qualcuno incomincia a pensarci e qualcuno incomincia ad arrivare. Ecco spiegati l'aumento delle adesione del 7% e i risultati legati al patrimonio".
"Ciò che appare inevitabile – ha concluso Grifoni – è l'avvio di una seria riforma del sistema previdenziale di secondo pilastro, che migliori le agevolazioni di natura fiscale per rendere la previdenza complementare più accessibile a tutti, in particolare ai giovani lavoratori".