(Teleborsa) - La produzione di macchinari agricoli Made in Italy è diversificata e vede attive oltre 1.300 imprese, di cui il 40% sono Piccole e Medie. La capacità di produrre valore aggiunto dei lavoratori in questo settore è superiore a quella della dei macchinari in generale. Nell'ultimo decennio si è osservata una crescita delle esportazioni di macchinari per l'agricoltura, con una performance, anche in questo caso, migliore rispetto a quella della meccanica nel suo complesso. La dinamica positiva si è confermata anche per il 2023 (+9,3%), grazie anche ad un'ottima performance dei Paese GATE, tra cui Cina, Brasile, Emirati Arabi Uniti e Vietnam, che rappresentano il 10% dell'export del settore e dove lo scorso anno la crescita è stata di quasi il 47%. È quanto emerge dallo studio "Macchinari agricoli: nuove frontiere di competitività" condotto da SACE.
Francia, Stati Uniti e Germania si confermano mercati consolidati con una domanda che rappresenta il 38,8% dei 6 miliardi di euro di beni esportati nel 2023.
Il peso delle esportazioni di macchinari agricoli per la silvicoltura e la zootecnica è diversificato a livello nazionale, sebbene si concentri in particolare nel Nord Italia. Nel 2023 l'Emilia-Romagna è stata la principale regione esportatrice, con un valore di merci esportate pari a oltre 2 miliardi, seguita da Veneto e Lombardia.
Lo scenario geoeconomico e il cambiamento climatico hanno aperto nuove sfide per la filiera dell'agrifood, dove le imprese sono chiamate a adottare le nuove tecnologie e IA in grado di rendere l'offerta italiana più competitiva, soprattutto in mercati altamente impattati.
Macchinari agricoli, Sace: nel 2023 esportati 6 miliardi di euro (+9,3%)
Francia, Germania e Stati Uniti mercati consolidati. Crescono Cina, Brasile ed Emirati Arabi
06 dicembre 2024 - 12.05