(Teleborsa) - Proseguono i negoziati all'Eliseo dove Emmanuel Macron sta cercando il primo ministro del suo "governo di interesse generale" nonostante i veti incrociati ricevuti dalle forze politiche.

Dopo l'incontro con Macron, il leader socialista Olivier Faure, ha dichiarato: "Noi non parteciperemo in nessun caso a un governo con un primo ministro di destra". Laure ha inoltre smentito la notizia secondo la quale il presidente gli abbia chiesto come precondizione al Ps di rompere l'alleanza con La France Insoumise di Jean-Luc Mélenchon. Posizioni opposte e speculari dalla destra dei Républicains: "nessuna opposizione a un primo ministro che non sia dei nostri, a condizione che non ci sia il Ps" nel governo, ha detto un collaboratore di Bruno Retailleau, il ministro dell'Interno. Inoltre, verranno accettate dai Républicains partecipazioni al governo "di personalità di sinistra non compromesse con LFI: Didier Migaud, Manuel Valls, Bernard Cazeneuve"

Non sono stati invece convocati all'Eliseo né il Rassemblement National di Marine Le Pen (RN), né l'estrema sinistra de La France Insoumise (LFI), così come nessun invito è arrivato a ecologisti e comunisti.

Macron parlando alla nazione ieri sera ha detto che l'annuncio del nuovo premier arriverà "nei prossimi giorni". Questo fine settimana sono però in programma le celebrazioni per la riapertura di Notre-Dame e l'annuncio potrebbe slittare anche a lunedì.

Intanto le turbolenze politiche che hanno colpito la Francia quest'anno stanno avendo un impatto anche sul fronte economico. Secondo Orla Garvey, Senior Fixed Income Portfolio Manager di Federated Hermes, la situazione precaria di un governo di minoranza debole persisterà fino alle elezioni parlamentari francesi della prossima estate. Inoltre, la volatilità politica sta già pesando sul sentiment ed è chiaramente visibile nei recenti PMI, e questo probabilmente continuerà a pesare sulle prospettive di crescita e a creare condizioni difficili in termini di raggiungimento degli obiettivi di bilancio, che probabilmente manterranno gli spread sotto pressione.

La possibilità che l'incertezza francese possa trasferirsi all'intera Europa sembra invece un'ipotesi poco probabile secondo Leopoldo Torralba, senior economist di Arcano Research. "L’incertezza potrebbe mantenere il tasso del decennale francese su livelli superiori al 3% per diverso tempo, anche se non ci aspettiamo che raggiunga livelli troppo elevati o per un periodo prolungato: se questo dovesse accadere, infatti, i politici francesi inizierebbero a temere l’esplosione di una crisi finanziaria e questo avrebbe l’effetto di incentivare i partiti all’opposizione ad approvare la finanziaria per non essere additati come responsabili – ha sottolineato Torralba –. Di conseguenza non ci aspettiamo che la crisi politica francese possa innescare un più ampia e seria crisi nel resto dell’Europa".


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