(Teleborsa) - Il XV Rapporto Civita, presentato oggi a Roma, evidenzia il complesso rapporto tra creativi e Intelligenza Artificiale Generativa (GenAI). Solo il 15% degli intervistati ritiene che l'AI abbia un'influenza positiva nel mondo della musica e appena il 12% nelle opere teatrali. La diffidenza prevale, con emozioni come paura e tristezza associate alla GenAI, ma chi utilizza frequentemente questi strumenti esprime giudizi più positivi.
I giovani, invece, mostrano maggiore apertura: il 62% vede un impatto positivo dell’AI nella gestione dei trasporti, mentre il 57% lo prevede in ambito sanitario. Tuttavia, meno del 10% dichiara di avere una conoscenza approfondita della tecnologia, e il 70% auspica un quadro normativo internazionale per garantire un uso equo e sicuro dell'AI.
Nonostante la crescente diffusione di strumenti come ChatGPT, utilizzato dal 75% degli autori intervistati, la paura che l’AI possa omologare la creatività e ridurre le opportunità di lavoro è diffusa. Circa un terzo teme che alcune forme artistiche possano diventare obsolete, mentre solo una minoranza vede nella GenAI un’opportunità per migliorare l’espressione artistica. Tra i creativi, 7 su 10 chiedono interventi concreti da parte dello Stato e della SIAE per tutelare il diritto d’autore e regolamentare l’uso dell’AI, evidenziando l’urgenza di un approccio armonizzato a livello internazionale per proteggere il settore culturale.
Il 77% del campione afferma di conoscere il concetto generale di AI, sebbene la quota scenda al 50% quando si introduce il termine "Generativa. Nel complesso, la maggioranza dei ragazzi ha familiarità con gli strumenti basati sull’AI ma meno del 10% del campione sostiene di averne una conoscenza approfondita. Tra gli strumenti di GenAI più diffusi tra i giovani primeggia ChatGPT, con una quota pari a circa il 30% del campione che lo ha sperimentato almeno una volta. A fronte di una conoscenza sostanzialmente limitata della GenAI, oltre 6 giovani si 10 dichiarano di averne fatto uso in contesti diversi in almeno un’occasione. L’utilizzo più frequente riguarda la generazione di testi, effettuata da oltre un terzo del campione. In contesti di "produttività", circa il 26% dei giovani ha utilizzato strumenti di GenAI per effettuare attività di ricerca o di project management, con punte del 35% tra coloro che hanno un profilo medico-sanitario o tecnico-scientifico.
Rispetto all’impiego di queste tecnologie nelle attività domestiche o legate al divertimento, 7 rispondenti su 10 si rivelano bendisposti, mentre si riduce il livello di accoglienza dell’AI laddove si affrontano decisioni che possono esercitare un impatto importante sulla propria vita o sul futuro. Anche l’applicazione della GenAI nel campo culturale e creativo esprime un certo grado di accoglienza, seppur minore rispetto ai precedenti scenari. In particolare, è il comparto del gaming ad ottenere la percentuale più alta (oltre 6 su 10 sarebbero disposti a giocare ad un videogioco generato da un’AI), mentre solo 3 su 10 acquisterebbero un’opera d’arte prodotta da un’IA. Sul piano emotivo, la diffusione della GenAI suscita sentimenti contrastanti tra i giovani. Tra le emozioni positive prevalgono sorpresa, speranza e fiducia, mentre tra quelle negative emergono paura, rabbia e disgusto, anche se sono assai meno frequenti. Interessante è la correlazione tra livello di conoscenza e sentimenti positivi: i giovani con una maggiore familiarità con queste tecnologie tendono a provare più speranza e fiducia rispetto a coloro che ne hanno una conoscenza superficiale. Poco meno di 7 giovani su 10 ritengono essenziale che l’Italia investa in ricerca e sviluppo per sfruttare efficacemente le opportunità offerte dall’AI.
"Come Associazione Civita crediamo che le Istituzioni culturali italiane debbano costruire partnership strategiche con imprese tecnologiche e altri attori qualificati per accrescere la conoscenza e favorire l’adozione di strumenti di AI. Queste collaborazioni, in un’ottica di open innovation, consentirebbero di integrare competenze tecnologiche e creare nuovi modelli operativi. – ha affermato Simonetta Giordani, Segretario Generale Associazione Civita - L’adozione di tecnologie di GenAI dovrebbe avvenire nel rispetto di principi etici e normativi condivisi. È fondamentale bilanciare le potenzialità creative di questi strumenti con il rispetto della creatività umana, promuovendo un uso sostenibile e inclusivo dell’innovazione tecnologica, senza compromettere l’unicità dell’espressione artistica".
Matteo Fedeli, Direttore Generale SIAE ha affermato: "Gli autori musicali e audiovisivi sono la principale fonte creativa dei contenuti generati dall’Intelligenza Artificiale. Eppure nei prossimi cinque anni rischiano di perdere rispettivamente il 24% (musica) e il 21% (audiovideo) della raccolta da diritto d’autore. Stiamo parlando di un mancato incasso di 22 miliardi du euro entro il 2028. Questi dati, estratti dalla nuova ricerca di CISAC (la Confederazione Internazionale delle Società di Autori e Compositori), giustificano dunque i timori che emergono dalla nostra survey, la prima del suo genere, e ci inducono a moltiplicare gli sforzi che stiamo già portando avanti a tutela dei nostri autori ed editori: da un lato la collaborazione con il legislatore italiano e gli altri stakeholder per assicurare una corretta applicazione dell’AI Act e adottare una serie di norme e regolamenti che siano in linea con adeguati standard di protezione del diritto d’autore. Dall’altro un crescente sforzo per diffondere la conoscenza del quadro normativo a tutela del diritto d’autore. L’AI non deve intimorirci ma necessita di un approccio "a prova di futuro", così da garantire che il suo inevitabile sviluppo proceda in armonia con la tutela dei titolari di diritti d’autore, mantenendo la creatività umana al centro dei processi artistici".
Creativi e intelligenza artificiale: tra paure, opportunità e regolamentazione
05 dicembre 2024 - 18.24