(Teleborsa) - Il governo di Michel Barnier è già al capolinea e qualcuno paventa anche la possibilità di dimissioni del Presidente Emmanuel Macron, per una crisi politica che non si era vista da molti anni a questa parte. A due mesi dalla sua formazione, il governo è già in crisi a causa della mancata approvazione della Legge di Bilancio e della sfiducia che la leader dell'estrema destra Marine le Pen ha presentato allo scadere dell'ultimatum.

Non sono serviti gli sforzi del Premier Barnier e del suo ministro dell'Economia Antoine Armand, per trovare l'appoggio delle diverse forze in campo su una Manovra da 60 miliardi, che prevede pesanti tagli alla spesa pubblica ed un aumento delle imposte. A nulla è valso lo stop all'aumento delle tassi sull'elettricità, né l'assistenza sanitaria per gli stranieri. Il no all'indicizzazione delle pensioni ha fatto naufragare anche l'ultima possibilità di trovare un'intesa.

La leader del Rassemblement National aveva già minacciato di porre la sfiducia sulla Legge di bilancio, se la finanziaria non fosse stata cambiata, e così è stato. La mozione è stata presentata in parlamento e sarà discussa dall'Assemblée Nationale domani, raccogliendo anche i voti della sinistra radicale di Jean-Luc Mélenchon, che si è unita all'estrema destra contro una manovra economica giudicata troppo austera.

Il governo Barnier aveva fatto ricorso ad uno stratagemma costituzionale, appellandosi all'articolo 49.3 della Costituzione francese, che consente di approvare una legge senza passare per il voto dell'aula, fatta salva appunto la facoltà dei partiti di presentare una mozione di sfiducia. E così è caduto l'ultimo tentativo di far passare la finanziaria, che puntava a ridurre l'elevatissimo deficit di bilancio per soddisfare le nuove regole Ue. ''I francesi non ci perdonerebbero di mettere gli interessi particolari davanti all'avvenire della Nazione'', aveva dichiarato il Premier ed ex Commissario Ue.

La situazione si sta di nuovo riflettendo sui mercati obbligazionari, dove il rendimento dell'OAT, il titolo di stato francese, è salito, facendo allargare lo Spread, che in questi casi appare come un termometro della crisi. Il rendimento dell'OAT decennale si è portato al 2,911%, con uno Spread che ha raggiunto 87 punti, poco sotto il record di 90 punti raggiunto la scorsa settimana, il più alto dalla crisi finanziaria del 2012. Lo Spread della Grecia è addirittura inferiore a 85,9 punti.