(Teleborsa) - Dal 30 giugno 2010 al 30 giugno 2023 gli ETF (acronimo di Exchange Traded Funds) sono passati da circa 5,2 miliardi di euro a 21,3 miliardi di euro, con un'incidenza sul risparmio totale amministrato retail che, all'ultima data di riferimento, si collocava attorno al 2%. Per quanto concerne le principali tipologie di strumenti della specie, si evidenzia come, alla data contabile del 30 giugno 2023, il 99,4% risulta riferibile a ETF UE aperti armonizzati. È quanto emerge da un focus contenuto nell'ultima indagine della CONSOB sul risparmio "fai da te", ovvero il risparmio amministrato dagli intermediari per conto della clientela retail.

CONSOB ricorda che gli ETF sono prodotti del risparmio gestito, generalmente negoziati in mercati regolamentati sin dalla fase di mercato primario, nati come strumenti di replica passiva, a basso costo, di un dato benchmark. Sono entrati stabilmente nei portafogli degli investitori italiani a partire dai primi anni 2000 e, successivamente, si è assistito alla progressiva diversificazione delle tipologie di questi prodotti, con la creazione di ETF che presentano uno stile di gestione attivo rispetto ai sottostanti ai quali sono comunque ancorati.

Il peso relativo ancora contenuto di tale asset class, pur come detto in crescita nel medio-lungo periodo, appare connesso alle modalità di accesso da parte della clientela e alla struttura dei costi: si tratta, tipicamente, di strumenti finanziari negoziati di propria iniziativa dagli investitori tramite le piattaforme di trading messe a disposizione dagli intermediari, caratterizzati da commissioni di gestione contenute e dall'assenza di inducements.

(Foto: Jason Briscoe su Unsplash)