(Teleborsa) - "Accogliamo positivamente i dati di ottobre diffusi dall'Istat, con l'occupazione in salita e il tasso di disoccupazione che scende. Dati che ci incoraggiano a proseguire con determinazione il lavoro per rafforzare l'occupazione, sostenere famiglie e imprese, e costruire un futuro di crescita e stabilità per l'Italia". È quanto ha affermato la premier Giorgia Meloni commentando i dati Istat di oggi relativi all'occupazione di ottobre e ai conti economici trimestrali.

"Le stime provvisorie suggeriscono che la prudenza sui consumi possa essersi attenuata. A sistema con il buon dato sull'occupazione, questo costituisce il presupposto per una parte finale dell'anno un po' migliore delle attese, con riflessi potenzialmente favorevoli sull'eredità da trasmettere al 2025". È il commento dell'Ufficio Studi di Confcommercio ai dati Istat. "L'aumento dell'occupazione, dopo lo stop di settembre – prosegue Confcommercio – al di là del nuovo massimo in termini aggregati, è favorevolmente caratterizzato dalla crescita dei dipendenti a tempo indeterminato e da quella della componente autonoma. Al contrario, desta nuove preoccupazioni la tendenza alla riduzione del tasso di attività femminile che prosegue ormai da dodici mesi. La rinuncia alla partecipazione al mondo del lavoro, in questo caso, non risiede tanto in una mancanza di opportunità di trovare un'occupazione (l'incremento nel confronto annuo è di 174mila unità), ma origina dalle perduranti difficoltà di contesto sociale e familiare".

Sui consumi si concentra anche il focus di Confesercenti che spiega come al loro rialzo abbia contribuito soprattutto la buona performance del turismo ed i rinnovi contrattuali. "L'economia rallenta, ma la buona performance del turismo ed i rinnovi contrattuali spingono la ripresa dei consumi. I dati odierni diffusi dall'Istat confermano la frenata del PIL nel terzo trimestre dell'anno, ormai indirizzato verso una crescita che, a fine anno, non dovrebbe superare purtroppo lo 0,5%. Segnali più incoraggianti, invece, arrivano dai consumi delle famiglie, che segnano un'importante ripresa, con una variazione del +1,4% rispetto al trimestre precedente – sottolinea Confesercenti –. Un recupero che era atteso, anche per l'impatto dei rinnovi contrattali sul potere d'acquisto delle famiglie, sostenuto anche dalla riduzione del cuneo fiscale e dal miglioramento dell'occupazione: la stessa Istat ad ottobre certifica il ritorno alla crescita del numero di occupati, sia congiunturale che sullo scorso anno, con gli indipendenti che segnano un aumento di circa 127mila lavoratori rispetto ad ottobre dello scorso anno. I consumi delle famiglie italiane sul territorio nazionale risalgono in termini tendenziali dello 0,2%, un aumento che consente così di riassorbire la contrazione del primo semestre. Con riferimento alla spesa turistica, l'aumento riferito al periodo gennaio- settembre risulta in termini reali pari al 9%, per un ammontare superiore ai 150 miliardi di euro e al 4,3% dei consumi sul territorio nazionale. In prospettiva, dato il contesto di stabilizzazione dei prezzi e di tenuta dell'occupazione, i consumi delle famiglie – conclude Confesercenti – potrebbero avvicinare un tasso di crescita dell1% nel 2025, trainando l'intera dinamica del PIL. Rimane, però, la necessità di un sostegno a lungo termine dei redditi delle famiglie. In particolare, di una detassazione generalizzata degli aumenti salariali che – dopo due anni di alta inflazione – permetterebbe di ridurre il rischio di drenaggio fiscale, soprattutto per i lavoratori che hanno ottenuto un aumento delle retribuzioni tale da passare ad un'aliquota IRPEF più pesante.