(Teleborsa) - “Alla Cop29 di Baku, sono stati fatti piccoli passi in avanti sul piano finanziario, ossia l’impegno a triplicare i flussi finanziari verso i Paesi meno responsabili del cambiamento climatico, ma più colpiti dai suoi effetti, che, però, hanno oscurato le decisioni sulle politiche climatiche”. A dirlo Luciana Favaro, presidente di Euclipa, l’associazione che riunisce numerosi ambasciatori del Patto Europeo per il Clima nominati dalla Commissione Europea.

“In questo modo, i portatori di interesse delle fonti fossili hanno potuto imporre passi indietro, rallentando ulteriormente l’uscita da carbone, gas e petrolio rispetto alle fonti rinnovabili – continua Favaro -. Il tema dell’aumento dei finanziamenti ai Paesi vulnerabili per aiutarli a gestire i devastanti impatti del cambiamento climatico, sicuramente importante e necessario, ha offuscato le politiche globali di mitigazione e adattamento e questa non è una buona notizia. Inoltre, i risultati ottenuti sono comunque stati ben più bassi delle richieste e dalle vere necessità dei Paesi vulnerabili, modificando in tal modo al ribasso la traiettoria degli impegni finanziari necessari”.

L’auspicio di Euclipa, per le prossime edizioni COP, è che si trovino “soluzioni globali per il contrasto all’emergenza climatica” con “una maggiore ambizione” e “con l’assenza di quell’influenza degli interessi legati all’economia dei combustibili fossili a cui abbiamo assistito a Dubai e Baku”. Il tempo “come sottolineato dal Segretario dell’ONU Guterres, non è dalla nostra parte”, ha concluso Luciana Favaro.