(Teleborsa) - Si è concluso con 8 condanne e un'assoluzione il processo di primo grado per il crac di Bio-On, l'ex unicorno della bioplastica fallito nel 2019 in seguito a un report del fondo attivista Quintessential. Spiccano le condanne a 5 anni e 2 mesi per il fondatore Marco Astorri e il suo vice Guido Cicognani. La Procura aveva chiesto 10 anni per entrambi.

Gli altri condannati in primo grado sono l'ex membro del CdA Vittorio Folla (4 anni e 4 mesi), l'ex presidente del collegio sindacale Gianfranco Capodaglio (3 anni e 8 mesi), il revisore della società esterna Gianni Bendandi (3 anni e 6 mesi), l'ex consigliere indipendente Gianni Lorenzoni (4 anni) e gli ex membri del collegio sindacale Vittorio Agostini e Giuseppe Magni (3 anni e 6 mesi). Assolto, invece, l'ex CFO Pasquale Buonpensiere.

Gli imputati sono stati accusati a vario titolo di bancarotta fraudolenta impropria e per distrazione e tentato ricorso abusivo al credito.

Nella requisitoria dello scorso 15 ottobre, il PM di Bologna aveva parlato di una "gestione dissennata e criminale dell'impresa", che aveva "consentito agli imputati di raccogliere (o consentire che altri provvedessero) nel tempo liquidità dal mercato degli investitori - per un importo complessivo di circa 40 milioni di euro -, bruciata negli anni per far fronte alle spese correnti". E "in assenza di generazione di cassa", l'azienda aveva "fatto ricorso a credito bancario, esponendosi in termini significativi anche verso i fornitori, arrivando, infine, a generare un passivo complessivamente ammontante a oltre 60 milioni".

Bio-On, startup fondata nel 2007 da Astorri e Cicognani, era arrivata a capitalizzare oltre 1 miliardo sul mercato AIM Italia (oggi Euronext Growth Milan), prima che l'attacco dell'hedge fund attivista guidato da Gabriele Grego portasse al crollo delle azioni, all'indagine della procura di Bologna, all'azzeramento dei vertici e poi al fallimento.

"L'impianto accusatorio proposto dalla Procura evidentemente non ha tenuto fino in fondo - ha commentato l'avvocato di Astorri, il professor Tommaso Guerini - Dovremo poi capire cosa non ha convinto della nostra linea difensiva. Una volta lette le motivazioni, ci prepareremo a un giudizio d'appello altrettanto interessante quanto questo processo finora".