(Teleborsa) - L'Italiauno dei pilastri della base industriale della sicurezza europea ed eccelle in alcuni settori cruciali come l'elicotteristica, l'elettronica e la cantieristica navale". Lo si legge nella ricerca dell'Area Studi Mediobanca sulla Difesa, un comparto atteso in aumento del 9% nei ricavi nel 2024 e del 12% nel 2025 a livello globale, dove i player statunitensi sono tre volte più grandi di quelli europei.

L'industria italiana della Difesa è "estremamente sviluppata e diversificata e può essere rappresentata come una piramide" al cui vertice si trovano i due big player Leonardo e Fincantieri (attivi anche in altri settori), entrambi a controllo statale, che agiscono come prime contractors nei segmenti più rilevanti del mercato, in termini di volume d'affari e di contenuti tecnologici. In seconda fascia si collocano società di dimensioni più contenute specializzate spesso su singoli apparati o sottosistemi. Infine, una terza fascia di aziende è costituita da una galassia di piccole e medie imprese, eccellenze da tutelare e sviluppare.

Le 100 Maggiori Aziende italiane della Difesa (TOP100), ognuna con fatturato maggiore di 19 milioni di euro e con una forza lavoro superiore alle 50 unità nel 2023, sono tipicamente dual use, ovvero venditrici di prodotti e servizi sia nel mercato civile che in quello della sicurezza. Per questa ragione, il loro fatturato aggregato, pari a 40,7 miliardi di euro nel 2023, non è attribuibile interamente alla Difesa, ma solo in una sua porzione, stimabile nel 49% del totale e pari a circa 20 miliardi (+6,6% sul 2022 e +14,7% sul 2021). Anche per la forza lavoro, che ammonta complessivamente a oltre181mila persone nel 2023, la quota riferita alla sola Difesa e basata in Italia si stima si attesti a oltre 54mila unità. Il valore aggiunto attribuibile all'industria della Difesa è pari a circa lo 0,3% del Pil italiano nel 2023.

Sui 40,7 miliardi di euro di ricavi aggregati spiccano il comparto dell'aerospace/automotive, che determina il 49,0% del giro d'affari complessivo, e la cantieristica navale (23,3%). Insieme a Leonardo e Fincantieri, le aziende che superano il miliardo di euro di ricavi sono solo otto che concentrano tre-quarti del fatturato aggregato.

Di primaria importanza è il contributo delle società a controllo statale italiano che si attesta al 59,3% dei ricavi aggregati. Rilevante la presenza di gruppi stranieri nella Difesa italiana: 36 delle 100 aziende hanno una proprietà estera che controlla il 25,1% del fatturato aggregato (di cui il 12,2% europeo e il 10,1% statunitense). Le aziende a controllo familiare italiano contano per il 15,6% del totale, sebbene siano più numerose (56) delle estere e quindi dimensionalmente più piccole.

La filiera della Difesa vanta una lusinghiera quota di esportazioni, pari al 68,2% nel 2023 che, però, escludendo i due big player a forte vocazione internazionale scenderebbe al 49,4%. I principali mercati di sbocco delle TOP100 sono l'Europa che accoglie oltre la metà delle vendite (61%), le Americhe sostenute in massima parte dagli Stati Uniti (29%) e gli altri continenti (10%).

Nel 2023 le spese in ricerca e sviluppo si attestano mediamente al 6% dei ricavi. La redditività segna una dinamica crescente, con l'ebit margin in salita dal 5,7% del 2021 al 6,2% del 2023. Le medie imprese familiari italiane performano meglio di tutte le altre, sostenute dalla propria struttura più snella e flessibile (12,2%). Gli utili netti cumulati delle TOP100 nel triennio 2021-2023 sono stati pari a 4,5 miliardi di euro; nel 2023 sono stati registrati profitti record per 1,6 miliardi (+11,2% sul 2021), con utili medi netti per azienda di 43mila euro al giorno.

Le aziende hanno messo in atto una buona campagna di investimenti che nel 2023 sono aumentati del 46,5% sul 2021 e si sono intensificati, salendo dal 3,1% del fatturato nel 2021 al 3,9% nel 2023. Come per la redditività, le medie imprese familiari italiane si distinguono per la crescita più incisiva degli investimenti (+71,9% nel 2021-2023) e per la più elevata intensità (5,2% nel 2023).

Sul fronte patrimoniale, le TOP100 rafforzano la propria struttura finanziaria (debiti finanziari sul capitale netto al 61,3% nel 2023 dal 70,2% del 2021), con incremento dei mezzi propri (+20,2%) oltre quattro volte più intenso rispetto a quello dell'indebitamento (+4,9%). La liquidità cala a livello aggregato dal 47,2% dei debiti finanziari nel 2021 al 42,7% nel 2023.