(Teleborsa) - Inverno demografico e fabbisogni connessi alle transizioni digitali e ambientali minacciano l’economia italiana; la risposta è in più formazione, anche di lavoratori in Paesi terzi. E' la proposta di Fondimpresa, ente di formazione di Confindustria, Cgil, Cisl e Uil, che oggi ha riunito a Roma il mondo del lavoro al Teatro 5 di Cinecittà, per celebrare i vent’anni dalla sua fondazione.

Per il più grande fondo interprofessionale italiano, che nel solo 2024 ha raccolto 434 milioni di euro, partendo dai dati del Centro Studi di Confindustria che prevedono un saldo occupazionale passivo per 1.300.000 atteso entro il 2028, bisognerà aumentare l’occupazione del 3,7% annuo oppure, con più realismo, del 2% annuo, assorbendo contemporaneamente 120.000 lavoratori esteri, sempre all’anno.

Da qui, un primo programma concreto di Fondimpresa: inserire cittadini esteri, anche extra Ue, nel tessuto produttivo italiano, al di fuori delle quote dei “Decreti Flussi”, con programmi di formazione specifici; Fondimpresa inizierà a farlo, direttamente in paesi terzi, con un primo avviso pilota, appena avviato. Il valore aggiunto è doppio, economico e sociale: ridurre il mismatch tra domanda e offerta di lavoro e, contemporaneamente, contribuire a creare un’immigrazione di qualità, a partire da una formazione nei paesi di origine, anche della lingua e della cultura italiana.

Un secondo obiettivo riguarda le politiche attive del lavoro: formare non solo gli occupati, ma anche gli occupabili, partendo dalle esigenze specifiche delle aziende, identificando i candidati e garantendo il contratto alla fine del percorso. Fondimpresa ha aperto questa strada, dimostratasi molto efficace, sin dal 2019, grazie al “Decreto Dignità” e, nel solo 2024, vi ha dedicato 20 milioni di euro.

Fondimpresa - snodo fondamentale perché nato dalla collaborazione, unica, tra imprese e sindacati – potrebbe ampliare il suo ruolo di attore principale su un mercato del lavoro in trasformazione grazie a una strategia che potrebbe prevedere la gestione dei fondi comunitari destinati alla formazione ed all’occupazione.


Per il Presidente di Fondimpresa, Aurelio Regina, “Di fronte al pericolo effettivo dell’ampliarsi della forbice tra lavoratori attivi in diminuzione e pensionati in crescita, noi di Fondimpresa abbiamo trovato un antidoto per imprese e lavoratori: occorrono più innovazione e più inclusione sociale, processi connessi e sinergici, bisogna evitare di politicizzare il dibattito riguardo ad argomenti ormai ineludibili e lavorare per creare la coesione necessaria a coinvolgere Attori istituzionali e Parti produttive.”

"Ci dobbiamo dare una prospettiva di centralità dei fondi, perché questi nascono dalla contrattazione, dalla conoscenza reale delle parti sociali e dei bisogni strategici del Paese, ma soprattutto dall'esigenza che ha il mondo delle imprese e che deve tradursi in nuove professionalità e quindi in bisogni di formazione", ha affermato il Ministro del lavoro, Marina Elvira Calderone.

"Sono un grande sostenitore della formazione continua e, a tratti, anche obbligatoria, non soltanto di persone che si trovano in un determinato periodo della propria vita, ad esempio in cassa integrazione, ma di tutta la forza lavoro, poiché con le nuove tecnologie, sopratttutto l'intelligenza artificiale, servirà una forza lavoro formata, pena l'uscita dal mercato del lavoro", ha sottolineato Walter Rizzetto, Presidente della Commissione Lavoro della Camera die Deputati.

Costituito da Confindustria, Cgil, Cisl e Uil per il finanziamento della formazione continua in Italia, con più di 201mila aziende aderenti; dal 2004, Fondimpresa "ha investito 4,2 miliardi di euro in oltre 246mila piani formativi per aggiornare e riqualificare le competenze di oltre 4,4 milioni di lavoratori, diventando il principale riferimento del settore".