(Teleborsa) - Per il quinto anno consecutivo, Intesa Sanpaolo presenta a Bookcity i risultati delle ricerche "Effettofestival 2024. Non c’è live senza online" e "Festival Culturali: uso dei canali digitali e stato dell’arte delle ricerche ufficiali", studi che analizzano l'evoluzione delle modalità di fruizione culturale in Italia, con particolare attenzione ai cambiamenti apportati dal digitale.

Fabrizio Paschina, Executive Director Comunicazione e Immagine di Intesa Sanpaolo, afferma che "Le ricerche promosse da Intesa Sanpaolo rappresentano uno strumento utile per comprendere le tendenze della produzione e promozione culturale, anche in considerazione delle nuove modalità di fruizione del pubblico. Abbiamo voluto dare un contributo agli operatori del settore per aiutarli ad orientare le loro scelte di comunicazione e rendere la cultura sempre più accessibile. A livello di Gruppo cerchiamo di diversificare le modalità di promozione culturale in base alla varietà dei target, degli obiettivi, delle tipologie di format che proprio grazie alla nostra struttura e posizionamento abbiamo l’opportunità sperimentare. In particolare, abbiamo lanciato una piattaforma di podcast, Intesa Sanpaolo On Air, che ci permette di raggiungere un pubblico sempre più ampio. In pochi anni ha superato i 35 milioni di ascolti, in particolare da parte dei giovani per i quali sta diventando un nuovo mezzo di fruizione culturale".

La ricerca "Effettofestival 2024. Non c’è live senza online", condotta da Giulia Cogoli e Guido Guerzoni, studia le strategie digitali di 87 festival di prima e seconda generazione in Italia, rilevando come la pandemia abbia accelerato l’adozione del digitale. L’analisi mostra che la maggior parte dei festival offre contenuti sui propri siti e sui social media, con un'alta presenza su piattaforme come YouTube (60%), Facebook e Instagram, mentre l’uso di app e di piattaforme audio rimane limitato. I festival letterari sono prevalenti, mentre quelli di seconda generazione esplorano temi quali scienze, tecnologia, diritti e sostenibilità. La maggioranza degli eventi mantiene l’ingresso gratuito, e alcuni festival di prima generazione attraggono oltre 100.000 partecipanti.

La seconda ricerca, è stata curata dall’Ufficio Analisi, Ricerche di Mercato e Data Management di Intesa Sanpaolo in collaborazione con BVA Doxa e si compone di due parti: un’analisi dei canali digitali usati dai festival e uno studio sulle ricerche pubbliche sui consumi culturali in Italia. Dal lato digitale, emerge che il 69% delle conversazioni online proviene dai canali social ufficiali dei festival, con una visibilità esterna limitata. Tuttavia, alcuni festival riescono a raggiungere un pubblico più ampio tramite partnership editoriali, influencer e temi di grande attualità. I canali più usati sono Facebook e Instagram, con una minoranza di festival presente su TikTok, Twitch o Discord, piattaforme popolari tra la Gen Z.

L'indagine evidenzia come le ricerche pubbliche sui consumi culturali in Italia, condotte da istituzioni come Istat e Ministero della Cultura, siano ancora concentrate su modalità di fruizione tradizionali e offline. Tuttavia, il panorama culturale sta cambiando, con una maggiore diffusione di contenuti digitali tramite smartphone, che stanno diventando uno strumento centrale per il consumo culturale quotidiano, specie tra i giovani. Le attuali ricerche pubbliche, basate ancora su concetti di "cultura alta" e biglietteria, non colgono appieno questa trasformazione. Considerando che questi studi costituiscono la base per le policy culturali nazionali, è essenziale che si adattino per riflettere i nuovi modelli di fruizione digitale.