(Teleborsa) - Sembra ieri, eppure sono già passati 21 anni dalla strage di Nassiriya, un attacco kamikaze che costò la vita a 28 uomini, di cui 19 italiani, che stavano facendo il loro dovere in una missione di pace in Iraq. Era il 12 novembre del 2003.

Una ricorrenza sempre molto sentita dalle Forze Armate tutte e dall'Arma dei Carabinieri, che hanno perso amici e colleghi. Il più giovane non aveva compiuto 20 anni.

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha voluto ricordare i caduti nella strage di Nassiriya: "Il pensiero va a coloro che, animati da profondo senso del dovere, dedizione e coraggio, hanno donato la propria vita per l'Italia e per i valori della pace e della cooperazione internazionale".

"La loro morte - ha proseguito Mattarella - richiama il valore dell'impegno per la costruzione di un mondo più giusto, libero dalle atrocità della guerra e dal peso dell'oppressione".

"Il ritorno di conflitti su larga scala e il crescere di tensioni che minacciano la sicurezza collettiva, sottolineano il ruolo delle missioni internazionali per costruire ponti di dialogo e arginare la violenza", ha concluso il Capo dello Stato. Eppure, oggi come allora, la guerra imperversa in Medioriente e rischia ogni giorno di degenerare in un conflitto più ampio.