(Teleborsa) - Approvata dal Senato la riforma delle concessioni per i balneari. Le misure sono contenute nel decreto Infrazioni che diventa legge con 100 sì, 63 no e 2 astenuti. Ma sulle nuove norme, volte ad agevolare la chiusura di 15 procedure d'infrazione da parte dell'Unione europea nei confronti dell'Italia, la categoria protesta e si dice pronta "alla mobilitazione". Polemiche anche dall'opposizione l'opposizione che protesta per l'ennesimo voto di fiducia posto dal Governo che impedisce "un confronto parlamentare" su "questioni così importanti".
Nel provvedimento si prorogano le concessioni balneari fino al 30 settembre 2027; si prevedono indennizzi per i concessionari uscenti e si stabilisce l'esclusione dei circoli sportivi dalla Bolkestein.
"Il provvedimento legislativo approvato, oggi, dal Parlamento sulle concessioni demaniali marittime vede la netta contrarietà degli imprenditori balneari italiani perché non affronta la questione della scarsità della risorsa (presupposto per la corretta applicazione della Direttiva Bolkestein), così come anche da ultimo ribadito dalla nostra Corte costituzionale con l'Ord. 161 del 7 ottobre scorso – affermano in una nota congiunta Antonio Capacchione, presidente del Sindacato Italiano Balneari aderente a Fipe/Confcommercio e Maurizio Rustignoli, presidente di Fiba/Confesercenti –. A ciò si aggiunga l'irrisorio valore dell'indennizzo previsto calcolato sugli investimenti degli ultimi cinque anni, segnato dal Covid e dell'incertezza sulla durata delle concessioni. Già domani è convocato il Consiglio direttivo nazionale per una valutazione del provvedimento legislativo e per decidere le iniziative sindacali conseguenti. Registriamo, poi, con profondo rammarico, che il provvedimento non ha visto il coinvolgimento non solo della categoria ma, anche e soprattutto, degli Enti concedenti (Regioni e Comuni) che esercitano le funzioni amministrative in materia. Riteniamo – aggiungono – che sia interesse di tutti, non solo dei balneari, una riforma organica della materia che salvaguardi le aziende turistiche attualmente operanti, le quali da anni costituiscono un modello di balneazione attrezzata efficiente e di successo. Così come riteniamo sia interesse di tutti che questa questione non sia oggetto di strumentalizzazioni politiche ma di un serio e obbiettivo dibattito pubblico. È comunque certo che continueremo a batterci, con forza e determinazione, a tutela dei diritti riconosciuti, anche dal diritto europeo, degli operatori attualmente operanti e per evitare che sia distrutto o snaturato il modello di balneazione attrezzata italiana fondato prevalentemente sul lavoro dei concessionari. Nell'interesse non solo dei concessionari ma del Paese. Sconcerta, poi – conclude la nota congiunta – l'esclusione dalla Bolkestein solo dei circoli sportivi non anche di coloro che dalla concessione ricavano il reddito esclusivo per la propria famiglia".
Il disco verde di Bruxelles è arrivato di recente solo per l'esclusione dalla Bolkestein dei circoli sportivi. La maggioranza, invece, ha dovuto rinunciare ad estendere ulteriormente gli indennizzi. La norma salva-circoli riguarda le società e le associazioni sportive che svolgono queste attività in via "stabile e principale", iscritte al Registro nazionale delle attività sportive dilettantistiche, che perseguono esclusivamente finalità sociali e ricreative e a condizione che usino il demanio marittimo non per attività economiche. Una formula questa che consente la presenza nei circoli di punti di ristoro, purché l'attività prevalente resti quella sportiva. L'intervento salva circa 1.500 circoli sportivi sorti sulle sponde di fiumi, laghi e mari.
Nel progetto di legge c'è anche la norma che consente ai concessionari di lasciare installati fino all'aggiudicazione della gara, anche fuori stagione, i manufatti amovibili, vale a dire prefabbricati e strutture usati come ambienti di lavoro o depositi. Più in generale, il decreto proroga al 30 settembre 2027 le concessioni demaniali marittime, di lago e fluviali e stabilisce che le nuove procedure di affidamento dovranno essere chiuse entro il 30 giugno 2027.
Sono previsti anche i criteri di indennizzo per i concessionari uscenti che saranno a carico del nuovo concessionario e dovranno essere pari al valore degli investimenti effettuati e non ancora ammortizzati al termine della concessione, compresi quelli realizzati dopo calamità, purché debitamente dichiarati. Ma gli indennizzi dovranno anche garantire al concessionario uscente un'equa remunerazione sugli investimenti effettuati negli ultimi 5 anni. I criteri per stabilire l'equa remunerazione sono demandati a un decreto del Mit, di concerto col Mef, da adottare entro il 31 marzo 2025. Si abroga, infine, il tavolo tecnico che era stato istituito per la mappatura delle concessioni.
Ddl Salva-Infrazioni, Senato approva riforma delle concessioni balneari
Categoria annuncia mobilitazione: "Continueremo a batterci, con forza e determinazione, a tutela dei nostri diritti"
07 novembre 2024 - 10.11