(Teleborsa) - Sono circa 444 mila i professionisti non iscritti ad Ordini. Il 57,4% sono uomini e il 42,6% donne. Tra questi, il 33,4% ha un'età compresa tra i 45 ei 54 anni e uno su due possiede un titolo di laurea o post-laurea. Le aree di attività sono prevalentemente tecnico-scientifiche (30%), economico-legali (25,5%), socio-sanitarie (21,9%) e, in misura minore, legate alla comunicazione (10,2%).

Un dato rilevante riguarda l'adozione dell'intelligenza artificiale: il 62,4% dei professionisti non organizzati utilizza strumenti di IA generativa, come chatbot, software di traduzione e assistenti virtuali. Oltre uno su due tra quelli che la utilizzano ritiene che questa abbia
migliorato la qualità del lavoro, soprattutto in termini di efficienza, produttività e riduzione degli errori. Il restante 42% ritiene che non abbia migliorato la qualità del proprio lavoro. In generale l'85% di tutti gli intervistati si dichiara comunque ottimista riguardo ai benefici dell'IA. C’è un 27% che teme che l’impatto dell'IA possa mettere a rischio la propria professione, tra questi, quasi 5 su 10 lavorano nella comunicazione.

Il 46% ritiene che rappresenti una minaccia per la qualità dei servizi offerti e i più preoccupati sono donne e giovani. La formazione rimane carente: solo il 16,6% dei professionisti ha ricevuto un addestramento specifico, con la fascia più giovane (18-24 anni) che mostra la percentuale più alta (40,3%) e quella oltre i 64 anni la più bassa. 7 professionisti su 10 ritengono che le associazioni di categoria debbano giocare un ruolo attivo nella formazione e nell'aggiornamento continuo sull'intelligenza artificiale.

Il 43,6% degli intervistati si aspetta che l'IA porterà all'automazione di attività ripetitive, permettendo a questi lavoratori di concentrarsi su compiti più strategici e creativi. Il 52,4% del campione ritiene che l'intelligenza artificiale creerà nuove opportunità di lavoro. Parallelamente, il 61,2% ritiene che creerà una maggiore personalizzazione dei servizi.

Anna Rita Fioroni, Presidente di Confcommercio Professioni: "Se è positivo che già il 62% degli intervistati utilizzi strumenti di intelligenza artificiale, ci preoccupa che solo una piccola percentuale abbia ricevuto una formazione specifica. Il nostro compito è quello di orientare l’innovazione nell’intelligenza artificiale creando consapevolezza e comportamenti etici che devono derivare da scelte autonome più che da vincoli di legge. Occorre poi un welfare su misura e soprattutto occorre riportare equità nel trattamento dei lavoratori autonomi professionali iscritti alla gestione separata Inps, favorire l’adesione alla previdenza complementare e all’assistenza sanitaria integrativa, promuovere la conoscenza dell’ISCRO. Occorrono anche politiche attive rivolte al lavoro autonomo professionale e su questo il Dl Coesione ha fatto importanti passi in avanti (in attesa della concreta attuazione). Per la crescita e competitività i professionisti devono essere parificati alle imprese nella fruizione degli incentivi, rispettandone però le specificità. Occorre puntare agli investimenti sulla formazione professionale a tutti i livelli riconoscendo un ruolo alle associazioni e alle forme aggregative di rappresentanza delle professioni. Nella nuova riforma fiscale ci sono molte novità positive che però potrebbero essere implementate con una maggiore attenzione alle specificità del regime forfettario e delle professioni non ordinistiche".

Carlo Sangalli, Presidente di Confcommercio "Quello delle professioni è un mondo che risponde ad una domanda sempre più forte di competenze e flessibilità, contribuendo alla crescita occupazionale e all’innovazione nel nostro Paese. Siamo infatti convinti che la formazione, l’innovazione e la competenza siano le chiavi per affrontare le sfide di oggi trasformandole in opportunità concrete. L’intelligenza artificiale, ad esempio, sta rivoluzionando il modo in cui aggreghiamo le informazioni e persino come le creiamo. Alcuni lavori rischiano di essere "automatizzati" o diventare obsoleti se non affrontiamo da subito questo cambiamento. Ma i professionisti lo hanno già capito e la stragrande maggioranza di loro ritiene che l'IA influenzerà in maniera importante il proprio settore nei prossimi cinque anni. Più della metà ha già iniziato a usarla ma occorre una formazione specifica e un approccio "etico" ai problemi che pone".

Questi i principali risultati dell’Osservatorio sui professionisti non ordinistici 2024, realizzato da Confcommercio Professioni in collaborazione con Format Research. Stiamo parlando di designer; wedding planner; influencer/content creator; guide turistiche; insegnanti yoga; professionisti di benessere, movimento, pilates ed esercizio fisico; consulenti finanziari; consulenti e formatori di management; professionisti della prevenzione e sicurezza sul lavoro; professionisti ICT; optometristi; amministratori di condominio; informatori cosmetici qualificati, interpreti, business designer, family officer (e family lead advisor) e professionisti reti d'impresa.