(Teleborsa) - Ariston, gruppo quotato su Euronext Milan e attivo nelle soluzioni rinnovabili e ad alta efficienza per il riscaldamento dell'acqua e degli ambienti, ha chiuso i primi nove mesi del 2024 con ricavi netti a 1.906 milioni di euro, con un calo del 14,7%, su base organica, rispetto ai primi nove mesi del 2023, di cui 632 milioni di euro nel terzo trimestre, in calo del 13,7% YoY, a causa della prolungata debolezza della domanda di mercato. EBIT adjusted a 97 milioni di euro, in riduzione del 56,4% rispetto ai primi nove mesi del 2023, di cui 40 milioni di euro nel terzo trimestre, -43,9% YoY. Il margine EBIT adjusted nel terzo trimestre ha raggiunto il 6,3%, in aumento di 200 punti base rispetto al trimestre precedente, grazie alle iniziative di efficientamento.

"In linea con le nostre aspettative, il mercato è rimasto debole - ha commentato l'AD Maurizio Brusadelli - Abbiamo significativamente migliorato la nostra marginalità rispetto al trimestre precedente, grazie ad una serie di iniziative, mirate alla riduzione dei costi ed alla ridefinizione delle priorità di investimento. Inoltre, la nostra gestione disciplinata dello stock ha avuto come effetto un aumento dei flussi di cassa. Mentre continuiamo a realizzare le nostre roadmap di prodotto e di sostenibilità, la crescita redditizia a lungo termine di Ariston Group rimane la nostra massima priorità, favorita dalla transizione energetica".

La posizione finanziaria netta (debito netto) di 716 milioni di euro, rispetto a 611 milioni di euro al 31 dicembre 2023, in seguito al pagamento dei dividendi, all’acquisizione dello stabilimento produttivo in Egitto, ed al programma di buyback.

La guidance per il 2024 è confermata. Ricavi netti nella fascia compresa tra -12% e -15% YoY, su base organica e "like-for-like". Il calo è dovuto alla debolezza della domanda in Europa, soprattutto nel settore del riscaldamento. Margine EBIT adjusted a circa 6,0%, a causa della riduzione dei ricavi, degli effetti di leva operativa, del mix paese sfavorevole e dell’aumento del costo del lavoro, parzialmente mitigati dalle iniziative di efficientamento.