(Teleborsa) - Con una decisione attesa ormai da settimane, Bruxelles fa scattare la scure dei dazi sulle auto elettriche cinesi nonostante il muro di Berlino e le crepe mostrate dai Ventisette che all'inizio del mese avevano rimesso nelle mani dell'esecutivo di Ursula von der Leyen l'onere di punire il Dragone per i maxi-sussidi sleali elargiti alla sua industria per inondare il mercato continentale di e-car a basso prezzo.

Di fatto, la decisione dell'Ue - pur lasciando spiragli per un accordo futuro - potrebbe aprire a tutti gli effetti una guerra commerciale che allarma le ammiraglie tedesche fortemente radicate sul territorio cinese trovando invece il favore di Parigi, sostenitrice di una mossa vista come "cruciale per proteggere gli interessi" dell'Europa a una settimana dall'incognita Donald Trump oltreoceano.

"La Cina non è d'accordo o non accetta la decisione e ha presentato un reclamo ai sensi del meccanismo di risoluzione delle controversie del Wto", ha detto un portavoce del ministero del Commercio, per il quale la Cina "adotterà tutte le misure necessarie per proteggere con fermezza i legittimi diritti e interessi delle sue aziende", pur prendendo atto che l'Ue continuerà le "consultazioni con la Cina sul piano di impegno sui prezzi".