(Teleborsa) - Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, su indicazione del ministro Adolfo Urso, ha convocato il Tavolo Stellantis per giovedì 14 novembre a Palazzo Piacentini. Sono stati invitati a partecipare i rappresentanti dell'azienda, delle Regioni sede di stabilimenti produttivi, delle organizzazioni sindacali e dell'Anfia (Associazione Nazionale Filiera Italiana Automotive). È arrivata subito la risposta del governo dopo che ieri il presidente del gruppo automobilistico, John Elkann, aveva fatto sapere che non sarebbe andato in audizione in Parlamento ma che il confronto sarebbe proseguito con il Mimit, “in attesa della convocazione ufficiale presso la Presidenza del Consiglio".

"Non essendoci aggiornamenti dall'audizione dello scorso venerdì 11 ottobre da Lei stesso presieduta non abbiamo nulla da aggiungere rispetto a quanto già illustrato dall'amministratore delegato", aveva spiegato in una lettera inviata al presidente della X Commissione, Alberto Gusmeroli, ringraziando lui e i parlamentari "per l'attenzione che stanno dedicando al settore dell'automotive e alle sue evoluzioni in Italia, in Europa e nel mondo".

Gusmeroli ha comunque fatto sapere che rinnoverà la richiesta di audizione del presidente di Stellantis, John Elkann. Il leader del suo partito e ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, ha definito la decisione di Elkann una "vergognosa offesa alle istituzioni". "Prima Stellantis prende i soldi e scappa all'estero, ora John Elkann diserta il Parlamento. La sua presenza è un obbligo, non solo morale, per rendere conto al Paese di una gestione scellerata nonostante gli enormi contributi pubblici – ha dichiarato in una nota –. La Lega ribadisce la propria solidarietà a tutti i lavoratori del gruppo Stellantis".

Anche i sindacati fanno pressione sul governo affinché venga convocato un tavolo a Palazzo Chigi. Su Stellantis e il settore auto "siamo in attesa di risposte da parte della presidente del consiglio e del ministro Adolfo Urso. Continuiamo a chiedere un incontro" a Palazzo Chigi, ha dichiarato il leader della Uil, Pierpaolo Bombardieri, in conferenza stampa. "La Fiat non c'è più da un po' di anni e la famiglia Agnelli non comanda più. Non so se tutti se ne sono accorti e se lo sono messi in testa", ha commentato invece il leader della Cgil, Maurizio Landini.