"Perché lo fanno? C'è una sensibilità crescente? Sì, ma c'è anche la convinzione e la verifica che chi va in questa direzione va meglio, innova di più, esporta di più e produce più posti di lavoro. Insomma se vogliamo è la conferma di quello che ha detto il presidente Mattarella a Bonn", prosegue Realacci.
"Il presidente ha detto che il problema è molto serio e bisogna agire subito. Si dice, in termini tecnici, sull'adattamento ai cambiamenti climatici e quindi in Italia questo significa, lo vediamo dalla dall'Emilia al Veneto fino alla siccità in Sicilia, anche riaccelerare su politiche che magari abbiamo fatto con poca efficacia nel passato. Ad esempio, in Sicilia sicuramente c'è una carenza d'acqua ma c'è anche soprattutto una disorganizzazione nell'utilizzo dell'acqua. E lo stesso vale in tante parti d'Italia in cui la cementificazione sregolata ha reso più fragile il territorio. E poi, ha proseguito il presidente Mattarella, che quest'idea che ci sia una contraddizione fra la transizione verde e la competitività delle imprese è sbagliata, è vero il contrario. Cioè, accettare fino in fondo questa sfida renderà le nostre imprese più competitive. Ecco io direi in questo 15º Rapporto, come i 14 che l'hanno preceduto, che non parla di quello che dovremmo fare ma di quello che l'Italia sta già facendo. Conferma questa cosa, che se l'Italia fa l'Italia è un paese molto forte", conclude Realacci.