(Teleborsa) - Secondo i dati Istat resi noti oggi, a ottobre scende la fiducia dei consumatori da 98,3 a 97,4. Il calo secondo l'Istituto di statistica è dovuto "principalmente ad un deterioramento delle opinioni sulla situazione economica generale e ad un peggioramento delle aspettative".

Secondo Federconsumatori si tratta di un dato "che rispecchia, purtroppo, la situazione di difficoltà che molte famiglie stanno vivendo". "Tra la stangata di 2.970,35 euro che le famiglie hanno dovuto affrontare nel periodo settembre-novembre, i prezzi al consumo che si mantengono ancora su livelli sostenuti e stipendi e pensioni fermi, sarebbe curioso se i dati registrassero un clima diverso", ha aggiunto la federazione nel commentare i dati.

"Dato negativo. Come temevamo, a settembre si trattava solo di un rimbalzo tecnico, un recupero, peraltro solo parziale, rispetto al crollo di agosto. La fiducia, quindi, torma a scendere. Insomma, gli italiani non vedono un futuro roseo, soprattutto rispetto ai problemi dell'Italia", ha commentato Massimiliano Dona, presidente dell'Unione Nazionale Consumatori. "Infatti, la componente che segna la caduta più elevata è quella relativa alle attese sulla situazione economica dell'Italia, che precipitano da -29,5 a -37, con un crollo di ben 7,5 punti percentuali. Anche se la manovra del Governo può avere influito solo marginalmente sulla flessione, visto che la raccolta dei dati avviene nei primi 15 giorni del mese e il Governo l'ha approvata il 15 ottobre, è chiaro che gli annunci e le indiscrezioni che l'hanno preceduta non hanno per il momento convinto gli italiani sugli effetti che può avere nella soluzione dei loro problemi e di quelli del Paese in generale", ha aggiunto Dona.

"Evidentemente la manovra del governo non ha convinto consumatori e imprese – ha invece spiegato il presidente del Codacons, Carlo Rienzi - Le notizie sulle misure contenute nella legge di bilancio che hanno tenuto banco per tutto il mese hanno influito sull’indice della fiducia, portando ad un peggioramento delle aspettative sul futuro della nostra economia". "Il calo della fiducia è un segnale preoccupante perché si riflette in modo diretto sulla propensione alla spesa futura dei consumatori e, quindi, sull’intero sistema economico, frena gli investimenti delle imprese e ha riflessi negativi sull’occupazione", ha aggiunto Rienzi.

"Le anticipazioni di una manovra di bilancio con i margini stretti non aiutano il clima di fiducia. Dal fronte economico arrivano infatti segnali di criticità: i dati Istat di ottobre per le famiglie e le imprese segnano una battuta d’arresto, evidenziando una generalizzata tendenza al ribasso. Si evidenzia, nel complesso, una difficoltà ad intravedere una prospettiva più certa di miglioramento economico, coerente con la dinamica effettiva dei consumi ancora in rallentamento, nonostante il recupero del potere d'acquisto in atto dopo due anni di alta inflazione". Così Confesercenti in una nota.

"I segnali della fragilità congiunturale dell’economia italiana emergono anche dai climi di fiducia rilevati per il mese di ottobre e l’incertezza generalizzata implica anche evidenze empiriche contraddittorie: sul versante delle famiglie, infatti, aumentano i timori di un deterioramento a breve delle prospettive, sebbene le condizioni effettivamente sperimentate non destino particolari preoccupazioni – ha commentato l'Ufficio Studi Confcommercio –. Di fatto, oggi, sembra che le famiglie non si comportino seguendo le indicazioni che provengono dall’economia reale - aumento dei redditi grazie a maggiore occupazione, rinnovi contrattuali e bassissima inflazione - ma siano ancora segnate dagli shock del recente passato".