(Teleborsa) - Durante la prima tavola rotonda della Unica Welfare Conference 2024, organizzata da AmedeA Welfare Operation Center in collaborazione con AIWA – Associazione Italiana Welfare Aziendale e Percorsi di Secondo Welfare, è stato presentato il primo Osservatorio AmedeA. Questo studio fornisce un’analisi dettagliata dell'attuale scenario del welfare aziendale e delle sue prospettive future, realizzato in collaborazione con Secondo Welfare, il laboratorio di ricerca dell'Università degli Studi di Milano che analizza l’evoluzione del welfare in Italia.

L'osservatorio ha coinvolto oltre 230mila lavoratori di 1000 aziende, di varia tipologia e dimensione. Le aziende sono state suddivise nel seguente modo: il 24,2% con meno di 10 dipendenti, il 31,61% con 10-49 dipendenti, il 30,61% con 50-249 dipendenti, e il 13,57% con più di 250 dipendenti. AmedeA si conferma il più grande Welfare Operation Center in Italia, in grado di fornire servizi operativi per le welfare company, come l’emissione e la gestione dei rimborsi dei servizi welfare, le attività di back office e il supporto a strutture e beneficiari.

Dall'Osservatorio AmedeA emerge chiaramente che i piani welfare sono ancora prevalentemente adottati dalle medie e grandi imprese, anche se le micro e piccole aziende stanno gradualmente introducendo tali soluzioni. Le ragioni alla base di questa crescente adozione sono molteplici: oltre alla necessità di attrarre e trattenere talenti, il welfare aziendale contribuisce positivamente all’engagement dei dipendenti e al miglioramento del fatturato (dati del Corporate Welfare Lab della SDA Bocconi). Inoltre, il welfare rappresenta una forma di retribuzione fiscalmente agevolata, un aspetto particolarmente rilevante in un contesto dove i salari in Italia sono cresciuti solo dell'1% dal 1991 al 2023 (rapporto Inapp 2023). Un ulteriore fattore è l'introduzione delle normative europee ESG (Environmental, Social, Governance), che spingono le imprese, grandi e piccole, ad adottare politiche di sostenibilità.

Uno degli aspetti più rilevanti riguarda il successo dei fringe benefit, che rappresentano una forma di compenso aggiuntivo non tassabile, erogata sotto forma di beni e servizi. Questi sono molto apprezzati dai lavoratori, poiché permettono di coprire spese concrete, come buoni pasto o beni di prima necessità. Dal rapporto emerge che oltre il 54% del budget destinato al welfare aziendale viene immediatamente convertito in voucher fringe benefit. Questi voucher, più flessibili rispetto ai tradizionali rimborsi o fondi sanitari, offrono liquidità immediata e possono essere utilizzati su piattaforme online, per buoni pasto o presso catene della GDO. Questo aumento di utilizzo dei buoni pasto è stato favorito dalle modifiche introdotte nella legge di bilancio 2019, che ha aumentato la deducibilità e il limite massimo dei buoni.

Per quanto riguarda i servizi rimborsabili, i dati del 2024 mostrano un notevole incremento delle richieste di rimborsi per bollette e affitti, che sono passate dal 9,85% del 2023 al 24,71%. Tale aumento è legato ai rincari energetici, che hanno spinto molte famiglie a richiedere maggior supporto in queste aree, mentre le spese per istruzione e scuola sono diminuite dal 73,31% nel 2023 al 57,05% nel 2024. Tra i servizi più costosi ci sono il baby sitting, con un costo medio superiore ai 600 euro, e l’assistenza domiciliare, con un costo medio di circa 479 euro. Anche se le bollette hanno subito un leggero calo nei costi medi (da 345 euro nel 2023 a 266 euro nel 2024), rimangono una voce di spesa rilevante.

Dall'Osservatorio emerge inoltre una maggiore conoscenza del welfare aziendale da parte dei lavoratori. La percentuale di pratiche presentate con documentazione errata o incompleta è diminuita dallo 0,85% nel 2024, rispetto al 4,16% del 2023, dimostrando una maggiore consapevolezza e familiarità con i processi di welfare.

Nell’ultima parte dell’indagine, condotta su 10 importanti società di consulenza nel settore del welfare aziendale, sono state identificate tre principali sfide per il futuro. Prima di tutto, la necessità di sviluppare soluzioni che rispondano meglio alle esigenze di conciliazione tra vita lavorativa e personale. In secondo luogo, l'orientamento verso la sostenibilità, in linea con i criteri ESG, per rendere il welfare aziendale strategicamente rilevante e trasparente. Infine, si sottolinea l'importanza di comprendere le reali necessità dei dipendenti, per sviluppare soluzioni personalizzate anche attraverso l'uso di intelligenza artificiale.

Tra i servizi più richiesti dalle aziende figurano il supporto psicologico e il benessere fisico e mentale dei lavoratori, aspetti che sono diventati particolarmente importanti dopo la pandemia.

Guardando al futuro, il welfare aziendale in Italia sarà influenzato anche dalle nuove normative europee, che richiedono alle imprese di ottenere la certificazione di Parità di Genere. Sul fronte legislativo, si attendono ulteriori sviluppi, come spiega Emmanuele Massagli di AIWA: "Abbiamo proposto due emendamenti al DDL Lavoro Bis. Il primo riguarda la possibilità di cedere il credito welfare al Servizio Sanitario Nazionale, al Servizio Civile o a colleghi in difficoltà. Il secondo prevede incentivi aggiuntivi per coloro che rientrano dalla maternità o dalla paternità".