(Teleborsa) - Salesforce Italia, in collaborazione con TEHA Group, ha pubblicato i risultati di uno studio approfondito sul ruolo e l’impatto dell’Intelligenza Artificiale (AI) nella Pubblica Amministrazione (PA) italiana. Lo studio esamina come l’adozione dell’AI possa migliorare l’efficienza dei processi pubblici e la qualità dei servizi ai cittadini, rappresentando una leva strategica per la trasformazione digitale a lungo termine.

Uno degli aspetti chiave emersi dallo studio è l’importanza di una leadership politica forte e visionaria nell’adozione delle tecnologie AI. In Italia, solo il 44% delle amministrazioni pubbliche ha identificato casi d’uso concreti dell’AI, mentre il 30% non ha ancora esplorato appieno le opportunità offerte da queste tecnologie. Al contrario, nei Paesi leader come gli Stati Uniti e il Regno Unito, la presenza di una chiara strategia nazionale ha accelerato l’adozione dell’AI nelle strutture pubbliche. La ricerca sottolinea l’importanza di monitorare le soluzioni tecnologiche di IA implementate e di aggiornare la strategia nazionale orientando i nuovi obiettivi e le misure con gli sviluppi tecnologici più recenti. Sarà inoltre fondamentale adeguare la normativa e le regolamentazioni dell'IA sulla base dei risultati ottenuti dalle sperimentazioni e dalle best practice internazionali.

Un altro punto critico riguarda il divario nelle competenze digitali all’interno della PA. Attualmente, solo il 7,4% del personale pubblico ha una conoscenza di base dell’AI e il 46,2% delle amministrazioni è carente di competenze avanzate in ambito ICT. La ricerca evidenzia la necessità di sviluppare programmi di formazione continua in collaborazione con il settore privato, per fornire al personale pubblico le competenze necessarie per gestire e implementare soluzioni AI. La creazione di partenariati pubblico-privato non solo accelererebbe l’innovazione tecnologica, ma permetterebbe anche alla PA di beneficiare delle esperienze e delle tecnologie più avanzate messe a disposizione dalle aziende italiane. Sarà inoltre fondamentale rendere strutturale un programma nazionale di alfabetizzazione sull’IA con il coinvolgimento attivo e la partecipazione diffusa anche del pubblico impiego.

Il patrimonio informativo detenuto dalle amministrazioni pubbliche italiane rappresenta una risorsa strategica, ma solo il 23,1% delle amministrazioni sfrutta appieno i propri dati per migliorare l’efficienza operativa. Lo studio suggerisce di favorire la creazione del catalogo nazionale dei dati pubblici a disposizione della PA per costruire nuovi servizi digitali, valutando anche le opportunità di condivisione con altri soggetti. Essendo i dati l’elemento fondamentale alla base di qualsiasi soluzione di IA, sarà fondamentale favorire e garantire l’interoperabilità tra le amministrazioni e la sicurezza delle informazioni. La valorizzazione del patrimonio informativo permetterebbe di creare servizi più efficaci e personalizzati per i cittadini, ottimizzando allo stesso tempo i processi interni della PA.

Un fattore chiave per il successo dell’AI nella PA italiana è la condivisione delle esperienze e delle best practice tra le amministrazioni. Solo il 25,9% delle amministrazioni ha avviato programmi di formazione specifici sull’AI, e la frammentazione degli sforzi limita l’efficacia delle iniziative. Lo studio propone la creazione di un Osservatorio Nazionale sull’AI nella PA, incaricato di raccogliere, analizzare e diffondere i casi di successo, nonché di facilitare il confronto tra le diverse amministrazioni a livello nazionale e internazionale. Questa rete di conoscenza condivisa aiuterebbe a massimizzare l’impatto positivo delle tecnologie AI e a creare modelli replicabili.

L'implementazione di soluzioni AI richiede una revisione dei modelli operativi esistenti nella PA. Lo studio invita a ridefinire la governance, puntando su un approccio etico e trasparente, capace di garantire l’inclusione e la protezione dei dati personali. Il cambiamento deve avvenire in modo strutturato, con l’introduzione di nuove procedure operative che favoriscano l’innovazione e la semplificazione. Tra le proposte operative, il report suggerisce lo sviluppo di task force specializzate, percorsi di formazione ad hoc per i dipendenti pubblici e un quadro normativo flessibile, che incentivi l’adozione di tecnologie emergenti senza compromettere i diritti dei cittadini.