(Teleborsa) - La profonda crisi dell'auto ed in particolare di Stellantis in Italia è stata confermata dai numeri diffusi dal sindacato dei metalmeccanici Fim-Cisl. che parla di una contrazione della produzione del 31,7% a 387.000 unità nel terzo trimestre rispetto alle 567.525 del 2023.
"Per la prima volta tutti gli stabilimenti sono in negativo - si sottolinea - 'profondo rosso' e perdono sia gli autoveicoli che i veicoli commerciali". Più in dettaglio, le autovetture registrano un -40,7% a 237.700 unità e i veicoli commerciali un -10,2% con 149.900 unità.
Nel 3° trimestre anche i due unici stabilimenti in positivo nella prima parte dell’anno, Pomigliano d’Arco e Atessa, cedono il passo e registrano un dato negativo rispettivamente del -5,5% e del -10,2%. Numeri che comunque risultano ben lontani dai dati estremamente negativi degli altri stabilimenti che toccano punte che vanno dal -47% al -75,8% rispetto ai nove mesi dello scorso anno.
"Volumi che sono destinati a peggiorare. - secondo il sindacato - Se l’andamento riscontrato nel 3° trimestre venisse confermato nell’ultimo, la produzione si aggraverebbe ulteriormente con le auto sotto i 300 mila e la produzione complessiva, considerando i veicoli commerciali, scenderebbe sotto quota 500 mila, con meno di un terzo dei volumi del 2023 (751 mila)".
"Per poter rispettare l’obiettivo di 1 milione di veicoli nel 2030 stabilito a livello governativo, il Gruppo Stellantis dovrebbe
raddoppiare le produzioni", afferma il sindacato, che ricorda "le recenti drammatiche notizie provenienti dalla Germania e dal
Belgio di chiusure di stabilimenti con migliaia di licenziamenti", che confermano "l’urgenza di interventi sulle scelte strategiche del settore da parte della UE, con mirate politiche industriali e con risorse specifiche, anche da parte del nostro Governo, e impegni industriali seri e coraggiosi da parte di Stellantis e delle aziende della componentistica".
"La situazione del settore automotive in Italia e in Europa diventa sempre più critica. In assenza di una netta inversione di direzione, rischia di essere irrimediabilmente compromessa la prospettiva industriale e occupazionale", afferma la Fim-Cisl, confermando lo sciopero proclamatoi per il 18 ottobre 2024 assieme a Fiom e Uilm, che coinvolgerà per 8 orel’intero settore automotive.