(Teleborsa) - Elettricità Futura e Federazione ANIE, le due Associazioni aderenti a Confindustria che insieme rappresentano l’intera filiera industriale nazionale dell’energia elettrica, rivolgono un appello urgente al Governo affinché emani una norma che eviti il blocco della filiera nazionale delle tecnologie elettriche rinnovabili in Italia.

"Il nuovo quadro normativo - fanno spere le associazioni - DM Aree Idonee, DL Agricoltura e l'emanando "Testo Unico per le rinnovabili", rischia di tradursi in un vero e proprio stop ai progetti già in corso di autorizzazione - in netto contrasto con il principio del legittimo affidamento - e di rendere il 96% del territorio italiano non idoneo alle rinnovabili".

"L’Italia non può permettersi di correre questo rischio, data la totale discrezionalità lasciata alle Regioni dal DM Aree Idonee, come dimostra il caso della Sardegna il cui disegno di legge sulle aree idonee ha effetti retroattivi e definisce criteri che renderanno non idoneo il 99% del territorio sardo", scrivono Elettricità Futura e Federazione Anie.

"Pertanto, - continuano le associazioni - chiediamo al Governo di emanare una norma in base alla quale le Regioni, nell'esercizio del loro potere di normazione sulle aree idonee, si conformino ai seguenti criteri: le aree idonee individuate in attuazione della Direttiva Ue Red II devono continuare ad essere considerate tali; le nuove disposizioni regionali non dovranno applicarsi ai progetti per i quali sia stata avviata almeno una delle procedure amministrative necessarie ad ottenere l'autorizzazione".

"In assenza di tale intervento normativo - concludono Elettricità Futura e Federazione Anie -, sarebbe di fatto impossibile raggiungere gli obiettivi del Pniec, del Pnrr e del Dm Aree Idonee, e si fermerà una filiera composta da eccellenze industriali nazionali competitive a livello mondiale, che purtroppo è sempre più in sofferenza, per il calo drastico delle installazioni degli impianti residenziali ed industriali".

Secondo il Politecnico di Milano, nel 2023, le filiere industriali del fotovoltaico e dell’eolico hanno generato un volume d’affari di circa 10 miliardi di euro, e più del 60% di questo valore è rimasto sul territorio italiano, un ulteriore 20-25% in altri Paesi europei, e solo circa il 10% è andato fuori dai confini europei.

I benefici socio-economici per l’Italia derivanti dallo sviluppo della filiera delle tecnologie rinnovabili sono notevoli e potrebbero equivalere fino al 2% del PIL annuo da qui al 2030. Lo sviluppo e il consolidamento della filiera industriale e della produzione nazionale di tecnologie per la transizione passano attraverso la crescita della domanda interna di tecnologie e la possibilità di realizzare i progetti.

"Il settore delle fonti rinnovabili elettriche necessita di una cornice normativa stabile - ha dichiarato Filippo Girardi, Presidente di ANIE. - Si tratta di un settore strategico che oggi occupa circa 80.000 addetti, cifra che potrebbe raddoppiare entro il 2030 anche in prospettiva di un rafforzamento dell’industria tecnologica nazionale. ANIE ribadisce la necessità di una maggiore collaborazione tra stakeholder pubblici e privati perché il raggiungimento della sicurezza energetica è una priorità condivisa a livello europeo che nel nostro Paese assume carattere di particolare rilevanza e urgenza".

Ostacolare lo sviluppo delle energie rinnovabili è in antitesi con la necessità di ridurre i costi dell’energia in Italia. Come ha di recente spiegato Stefano Besseghini, Presidente dell’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (ARERA), le rinnovabili stanno già contribuendo a ridurre i costi, e per far diminuire il prezzo dell’energia nel nostro Paese bisogna scommettere con maggior coraggio sulle fonti energetiche rinnovabili e sui sistemi di accumulo.

"Le rinnovabili sono le tecnologie che producono energia elettrica al minor costo e che garantiscono al Paese sicurezza e indipendenza energetica. Il loro sviluppo dovrebbe essere pertanto la priorità, a maggior ragione se si considerano gli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2", afferma Agostino Re Rebaudengo, Presidente Elettricità Futura.





(Foto: Vidar Nordli on Unsplash)