(Teleborsa) - Continuare a far crescere le divisioni farmaceutica e nutraceutica a tassi superiori al mercato, portare la divisione cosmetica (frutto delle acquisizioni degli ultimi anni) a un livello di profittabilità migliore, estrarre sempre maggiori sinergie commerciali e di ricerca e sviluppo tra le varie divisioni, cercare nuovi investitori internazionali per migliorare l'attenzione e la liquidità sul titolo. Sono alcune delle direttrici su cui si muoverà Pietro Oriani, nuovo amministratore delegato di Fine Foods & Pharmaceuticals, CDMO (Contract Development & Manufacturing Organization) quotato su Euronext STAR Milan che sviluppa e produce in conto terzi prodotti per l'industria farmaceutica, nutraceutica e cosmetica.
"Mi piacciono le sfide, mi piacciono i cambiamenti e mi piace dare un contributo nel momento in cui ci sono da affrontare delle situazioni che possono portare a un'ulteriore crescita - racconta Oriani a Teleborsa - Conosco da molti anni l'azionista di maggioranza della società, che ha seguito negli anni le mie evoluzioni professionali, e dopo un primo contatto che non era sfociato in nulla, un po' di tempo fa abbiamo ripreso il dialogo e ho accettato di un buon grado di arrivare in Fine Foods. Sia il ruolo che l'azienda sono un po' diversi da quelli che ho vissuto negli ultimi 13 anni, ma mi piace moltissimo lavorare con gli imprenditori e i mercati nei quali si muove Fine Foods oggi sono estremamente interessanti".
Dopo l'esperienza nello studio di Agenti di Cambio Oriani-Lesma e in Meda SIM BPM, la carriera professionale di Oriani è cresciuta in Siemens dove, nell'arco di 18 anni, ha ricoperto ruoli di crescente responsabilità e leadership in ambito finance. Nel 2011 si è unito Intercos e dal 2018 è stato Group CFO, con un ruolo attivo nel processo di quotazione della società attiva nella cosmetica, avvenuto nel 2021.
"È un momento molto particolare per gli outsourcer evoluti come Fine Foods, perché vengono ricercate competenze non solo per quanto riguarda la produzione - dove i clienti vogliono avere qualità nel servizio e qualità del prodotto - ma anche un aiuto nello sviluppo dei prodotti stessi - spiega Oriani - C'è sempre più una tendenza a questo tipo di outsourcing sia nel mondo Pharma che Nutra, e noi vogliamo essere sempre più protagonisti in questo. La Cosmetica è simile al Nutra, cioè si può farla apportando un insieme di benefici e aiutando i brand a sviluppare il proprio business, e anche qui vogliamo crescere".
Intanto, la società ha chiuso il primo semestre del 2024 con ricavi pari a 122,8 milioni di euro, in lieve flessione rispetto a quelli registrati nel primo semestre 2023 e, comunque, in consolidamento dopo un terzo e quarto trimestre 2023 straordinari. L'EBITDA è stato di 16 milioni di euro, in crescita del 27%, mentre l'EBITDA Margin è stato al 13%, in netto miglioramento rispetto al 9,9% del primo semestre 2023. L'utile netto è stato pari a 4,5 milioni di euro, rispetto alla perdita di 1,7 milioni nella prima metà del 2023.
"Il fatturato è in leggero calo - afferma l'AD - Ma fondamentalmente siamo andati in continuità con quelli che sono stati i risultati raggiunti nella seconda metà dello scorso anno. Dietro questo andamento c'è anche il riallineamento degli stock di alcuni clienti nel Nutra. Ciò non vuol dire che non ci sia il mercato, ma si stanno avendo degli aggiustamenti dopo tutto ciò che si è verificato dal 2022 con i grandissimi problemi sorti con la guerra in Ucraina, che hanno portato ad allungamenti dei lead time, che oggi tornano verso la normalità".
"Per quanto riguarda il Pharma continuiamo invece con una fortissima crescita, con una domanda molto elevata, e stiamo costruendo un altro impianto di produzione vicino a quello che abbiamo oggi a Brembate - aggiunge - Oggi abbiamo lo stabilimento Pharma, dove lavoriamo su tre turni, che è saturo dal punto di vista della capacità produttiva e saremmo cresciuti un po' di più se non avessimo avuto queste limitazioni di capacità produttiva". Per quanto riguarda la timeline del nuovo stabilimento, Oriani spiega che "tra poco inizieremo a mettere le utilities, quindi ad avere i sistemi di raffrescamento e tutta la parte elettrica; le prime macchine verranno installate nella prima metà del 2025 e, dopo un periodo di test, la produzione a regime sarà avviata nel primo trimestre del 2026".
Per quanto riguarda la Cosmetica, in calo nei primi sei mesi, Oriani parla di un "grandissimo lavoro di riorganizzazione, di ristrutturazione e di revamping dello stabilimento. Questa BU è il frutto di un'acquisizione fatta due anni fa, ora l'abbiamo ristrutturata ed è meglio presentabile ai nostri clienti, su ci stiamo lavorando per sviluppare il business". Su questo fronte il manager sottolinea la possibile "convergenza di produzione e di prodotti tra la cosmetica e la nutraceutica da parte dei clienti, con alcuni concetti sviluppati nei nostri centri di ricerca e sviluppo che sono di estremo interessi per entrambi i mondi, e quindi vediamo moltissime possibilità di sinergia commerciale e di ricerca e sviluppo tra le due divisioni".
Sul fronte della profittabilità, "nel 2023 l'azienda ha negoziato con i clienti le revisioni di prezzi, negoziazione che abbiamo portato a termine nella seconda metà del 2023 e oggi ne stiamo vedendo i benefici. Per quanto riguarda i componenti abbiamo fatto una grandissima negoziazione con i fornitori, quindi abbiamo ulteriormente beneficiato di quello che già era un naturale rientro sulla normalità di alcuni prezzi. Abbiamo imparato anche a gestire i costi dell'energia, che oggi sono rientrati sulla normalità a circa l'1% sul fatturato".
Con un outlook per fine anno e per il 2025 "positivo", il nuovo AD si concentrerà sulla crescita organica, con la messa a punto del nuovo stabilimento e l'ottimizzazione delle varie divisioni, mentre non sono in programma nuove acquisizioni nel breve periodo, anche se Fine Foods si dice sempre attenta a cogliere eventuali opportunità. "Nel momento in cui hai profittabilità positive, che ti garantisce accesso a finanziamenti - che possono arrivare dal mercato piuttosto che dalle banche - ogni azienda di un certo tipo è attenta e monitora le evoluzioni sul mercato. Ma ad oggi siamo felici con le tre BU che abbiamo, abbiamo moltissimo da fare in questo ambito e continuiamo a investire per il loro sviluppo; ad esempio, per quello che riguarda lo stabilimento della nutraceutica si è liberato un terreno proprio qui a fianco e lo stiamo comprando. In conclusione, non abbiamo dossier o una due diligence di M&A aperti, ma naturalmente stiamo sempre attenti a quello che può emergere".
Essendo cresciuto in una famiglia di agenti di cambio e avendo curato l'IPO di Intercos, Oriani è molto attento alla Borsa e a come migliorare la visibilità dell'azienda sul mercato. "Voglio fare esattamente quello che abbiamo fatto in Intercos: tanta education, quindi incontrare quanti più interlocutori possibili e raccontare Fine Foods, facendo capire cosa sono i CDMO moderni e qual è il loro ruolo e importanza alle spalle dei grossi brand - dice Oriani - Ovviamente bisogna essere attenti a quali investitori incontrare, perché alcuni non possono essere interessati per loro motivi interni a un titolo con così poca liquidità. Inoltre, considerano che già diversi importanti fondi italiani sono nell'azionariato, sarà necessario far conoscere di più Fine Foods sulle piazze di Parigi e Londra".
"Oggi se guardo ai risultati della società, attuali e prospettici, non credo che la valutazione sia corretta. Ma iniziando a fare conoscere di più la società, facendo girare il titolo nelle mani giuste e attirando un po' di liquidità, penso che le cose possano migliorare - aggiunge l'AD - Nel rapporto con il mercato sono importantissime due parole: education e delivery, quindi continuare a fornire risultati in modo continuativo e avere i risultati che il mercato si attende, e prima o poi i benefici sul valore del titolo arrivano".
Fine Foods, Oriani: aumentiamo sinergie BU e capacità produttiva, titolo sottovalutato
23 settembre 2024 - 13.42