(Teleborsa) - L’Osservatorio CAM lancia l’allarme sulla situazione energetica degli immobili a Roma, evidenziando che il 65% delle proprietà si trova nelle ultime due classi energetiche (F e G). Un dato decisamente negativo se paragonato a Milano, dove meno del 40% degli immobili rientra in queste categorie.

Angelo Marinelli, amministratore unico di CAM GROUP, sottolinea l’importanza di intervenire con urgenza: "La nostra analisi dei dati ENEA conferma il ritardo della città, con solo il 6% degli immobili in classe A. Serve un nuovo piano di incentivi". Dei 504.000 certificati energetici registrati nell’area metropolitana di Roma, circa 292.000 si riferiscono a edifici costruiti prima del 1976, quando venne introdotta la prima legge per il contenimento dei consumi energetici.

Il confronto con Milano è significativo: nella città meneghina, oltre il 13% degli immobili è già in classe A, mentre a Roma questa percentuale si attesta solo al 6,1%.

Marinelli evidenzia la necessità di un piano di rigenerazione urbana e la responsabilità dei costruttori nel coniugare edilizia e sostenibilità. Secondo Confedilizia, oltre 620.000 edifici in Italia sono fatiscenti o abbandonati, con Roma che ne conta 1.820, un aumento significativo rispetto ai 500 di dodici anni fa.

"È necessario un rinnovamento del parco immobiliare pubblico e privato, ma il lavoro da fare è immenso", ha dichiarato Marinelli, suggerendo che lo Stato dovrebbe sviluppare un piano di incentivi per facilitare l’acquisto di nuovi edifici a elevata efficienza energetica.

La situazione è preoccupante non solo per l’ambiente, ma anche per le normative europee. La direttiva EPBD (Energy Performance of Building Directive), entrata in vigore a maggio, impone agli Stati membri di sviluppare un piano nazionale di ristrutturazione per ridurre gradualmente l’impatto energetico degli edifici, con l’obiettivo di raggiungere emissioni zero entro il 2050.